Ostia, “Wilde come se” di Roberto Ippolito: due destini lontani, uniti dal carcere duro
Di Maria Grazia Stella il 04/11/2025
Giovedì 6 novembre, al Leggio del Mare di Ostia, la presentazione del romanzo edito da Sem Feltrinelli, che intreccia le vite di Oscar Wilde e di un soldato omicida. Conversazione con Anna Maria Vanalesti al Ristorante Urbinati
Ostia (Rm) – Due destini lontani che finiscono per incrociarsi dietro le sbarre di un carcere vittoriano. È la potente storia al centro di “Wilde come se”, il nuovo romanzo di Roberto Ippolito (Sem Feltrinelli), che l’autore presenterà giovedì 6 novembre alle 17 al Leggio del Mare, presso il Ristorante Urbinati di Ostia (lungomare Paolo Toscanelli 121).
Dialogherà con lui Anna Maria Vanalesti, scrittrice e presidente dell’associazione culturale organizzatrice dell’evento. Collabora la libreria Book Felix di Valter Pastori. L’ingresso è libero.
Il romanzo: due vite, un solo destino
Ambientato negli ultimi anni dell’era vittoriana, Wilde come se racconta due parabole destinate a incontrarsi nella prigione di Reading Gaol: quella di Oscar Wilde, genio letterario perseguitato per la sua omosessualità, e quella del giovane soldato Charles Thomas Wooldridge, condannato a morte per aver ucciso la moglie in un impeto di gelosia.
Il libro, frutto di anni di ricerche documentarie, è basato su fatti realmente accaduti. “Ogni parola – si legge nel risvolto – deriva dalla documentazione raccolta. Nessuna fantasia. Purtroppo".
Ippolito intreccia la storia del celebre scrittore con quella del suo compagno di prigionia, trasformando il dolore di entrambi in un atto di denuncia contro l’ipocrisia morale e la crudeltà del sistema giudiziario dell’epoca.
Proprio da quell’esperienza nacque la celebre “Ballata del carcere di Reading”, in cui Wilde riversò tutta la compassione per l’uomo che vide “oscillare”, impiccato nella stessa prigione.
Un affresco dell’Inghilterra vittoriana
Nel romanzo, accanto a Wilde e Wooldridge, si muovono figure come George Bernard Shaw, Yeats, Arthur Conan Doyle, Émile Zola, André Gide e Toulouse-Lautrec.
Ippolito restituisce così un quadro vivido della fine dell’Ottocento, in cui il potere schiaccia il poeta e la libertà individuale viene sacrificata all’ordine e al moralismo sociale.
L’autore
Roberto Ippolito è scrittore, giornalista e organizzatore culturale.
Ha firmato libri d’inchiesta come Ignoranti, Abusivi (Chiarelettere), Evasori e Il Bel Paese maltrattato (Bompiani), oltre al recente Delitto Neruda, che ha svelato la morte non naturale del poeta cileno.
Ha lavorato per La Stampa e ricoperto incarichi direttivi per il Festival dell’Economia di Trento, Confindustria e Luiss, dove ha insegnato alla Scuola superiore di giornalismo.
È ideatore di eventi che portano la cultura tra la gente, nei luoghi più diversi, rendendola accessibile e viva.

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