Ostia, bagnini in crisi: contratti pirata e sicurezza in pericolo sulle spiagge libere
Di Andrea Rapisarda il 30/07/2025
L'estate 2025 a Ostia vede i bagnini alle prese con contratti pirata, condizioni di lavoro estreme e la mancanza di tutele per la loro salute. Nonostante gli impegni per la sicurezza, molte spiagge libere sono senza adeguata sorveglianza, mettendo a rischio sia i lavoratori che i bagnanti. Il Comune di Roma è chiamato a risolvere una situazione che va avanti da anni.
Fare il bagnino a Ostia è un lavoro complesso, non solo per lo sforzo fisico e mentale richiesto ogni singolo giorno, ma anche per i rischi che i professionisti del salvataggio devono affrontare in ogni intervento. Se la responsabilità di salvare vite umane è già di per sé una sfida, le ultime concessioni sulle spiagge libere da parte del Comune di Roma hanno peggiorato ulteriormente le condizioni lavorative di questi operatori. Da una parte, infatti, viene richiesta una massima presenza e attenzione allo specchio d’acqua per almeno 10 ore al giorno (dalle 9:00 alle 19:00), mentre dall’altra parte, alcune sigle sindacali e associazioni di settore denunciano condizioni estreme di lavoro, tra contratti anomali, paghe irrisorie e una totale mancanza di tutela per la salute dei lavoratori.
Le concessioni comunali e il lavoro dei bagnini: un problema mai risolto a Ostia
A raccontarci i retroscena dei bandi per l’assegnazione dei lotti sulle coste lidensi è Alessandro Rocca della Sezione Lifeguard Italiani. Il problema principale, secondo Rocca, nasce dai bandi pubblici relativi alla gestione delle spiagge libere. In fase di assegnazione, gli uffici amministrativi capitolini hanno evitato di includere un aspetto fondamentale: la sicurezza in mare. Questo errore, che si è rivelato decisivo per le concessioni, ha portato alla situazione attuale, con arenili pubblici che, al 31 luglio 2025, si trovano senza bagnini, o con personale impiegato con contratti irregolari e in condizioni di lavoro che non tutelano adeguatamente la loro salute.
Capocotta e Cancelli: la sicurezza inesistente sulle spiagge di Ostia
Se la situazione sulle spiagge libere di Ostia risulta difficile da descrivere, con chioschi che ricorrono a generatori inquinanti per garantirsi l’elettricità, la vera emergenza riguarda la sicurezza. Nonostante l’impegno dell’Assessore al Patrimonio di Roma Capitale, Andrea Tobia Zevi, per l’operazione “Mare Sicuro”, le spiagge libere di Ostia sono tutt'altro che sicure. Il rischio di incidenti si sfiora ogni giorno. Ai Cancelli di Castel Porziano, ad esempio, non si sono riusciti a trovare bagnini in grado di monitorare un tratto di costa così ampio. L’amministrazione comunale ha deciso di affidarsi esclusivamente ai cartelli di “divieto di balneazione”, sperando che gli utenti delle spiagge, italiani e stranieri, rispettino le disposizioni. Un approccio che espone bagnanti e operatori a gravi rischi.
A pochi chilometri, la situazione non migliora a Capocotta. Questa spiaggia, molto frequentata dai naturisti, è pericolosa per chi decide di fare il bagno, soprattutto perché il Comune ha emesso un’ordinanza dove bastano solo i cartelli di “Spiagge non sicure per mancanza del servizio salvataggio” ogni 100 metri. Anche qui l’Assessorato al Patrimonio, senza la presenza di bagnini in servizio, ha alzato il rischio d’incidenti ogni giorno, soprattutto considerando la pericolosità delle correnti che hanno già causato annegamenti negli anni passati nel tratto di confine con il Villaggio Tognazzi.

Contratti pirata: le gravi condizioni lavorative dei bagnini di Ostia
La situazione di emergenza, come la descriveva lo stesso Zevi nei mesi scorsi, sembrava destinata a non ripetersi, ma così non è stato. Quando Zètema, la società che gestisce i lotti di spiaggia, ha deciso di riassegnare i contratti per i lotti di Nuova Ostia, ha riproposto l’appalto alla stessa società che aveva già sollevato polemiche nel 2020 e nel 2021 per aver impiegato bagnini con contratti “pirata”. Questi contratti forfettari, sebbene offrano un fisso mensile, non garantiscono alcuna tutela sindacale, né adeguate condizioni di vita o diritti sul piano contributivo. Per raccontarlo con le parole degli operatori al salvataggio in mare: “La società adotta contratti che non sono più rappresentativi per la categoria”. In sostanza, non si considera la paga per ferie, malattia, TFR, INPS o INAIL, e non si dichiarano orari di lavoro chiari e trasparenti. I contributi sono versati, ma su quanto esce in busta paga, anche perché se non vengono pagati in fattura il Comune non salda il servizio.
L'inadeguatezza della formazione in alcuni bagnini: un rischio per la sicurezza
Se fino ad oggi si pensava che i problemi delle spiagge di Ostia fossero legati alle condizioni di degrado e agli abusi delle occupazioni illegali, da oggi sarà necessario anche un nuovo focus sulla sicurezza in mare. Come emerso da una segnalazione inoltrata all’Assessorato al Patrimonio di Roma, ci sarebbero problemi anche con l’integrità dei bagnini impiegati. Alcuni di loro, secondo il documento, non possiedono i brevetti richiesti per il salvataggio in mare, né hanno effettuato le necessarie visite mediche per garantirsi l’idoneità fisica a svolgere il loro lavoro sulle spiagge libere del Litorale Romano.
Un problema che affonda le radici nei bandi per la rotazione storica delle concessioni sulle spiagge libere italiane, dove la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei bagnanti non sono mai stati considerati un criterio prioritario. Come denuncia Rocca della Sezione Lifeguard Italiani, questo è uno degli aspetti più gravi del problema, che rischia di minare la tutela delle persone che frequentano le nostre spiagge.
La segnalazione dei sindacati: contratti irregolari e poche garanzie
La questione dei contratti irregolari dei bagnini è stata sollevata già all'inizio della stagione estiva. In una lettera datata 29 maggio 2025, indirizzata all’Assessorato al Patrimonio di Roma Capitale, i sindacati CGIL Roma e Lazio, FILMCAMS CGIL Roma Lazio, UIL Lazio e UIL TUCS hanno denunciato le gravi problematiche legate al salvataggio in mare sulle spiagge libere di Ostia. Secondo quanto riportato nella lettera, i lavoratori sono stati contrattualizzati con contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) pirata, con stipendi ben al di sotto di quelli previsti dal CCNL sottoscritto dalle organizzazioni sindacali. Questa situazione crea condizioni normative di svantaggio per i lavoratori e, di fatto, viola l’Ordinanza balneare del 30 aprile 2025, che stabilisce che le condizioni economiche e normative non devono essere inferiori a quelle previste dal giusto CCNL Fipe-Confcommercio.
Come spiegano le sigle sindacali nella lettera, una situazione simile rappresenta un autogol gravissimo per il Comune di Roma, che rischia di vanificare i progressi fatti negli ultimi tre anni in tema di legalità contrattuale e giustizia retributiva per i lavoratori del settore.
Ultima modifica il 30/07/2025
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