Lunedì 20 ottobre un corteo silenzioso attraverserà il quartiere in ricordo del 19enne ucciso in via Antonio Forni. Martedì la Commissione parlamentare antimafia riunita in Municipio

Ostia (Rm) – Un corteo silenzioso, senza bandiere né simboli politici, ma con centinaia di candele accese per chiedere giustizia e pace.

Lunedì 20 ottobre, alle ore 21, Nuova Ostia si raccoglierà in una fiaccolata in memoria di Simone Schiavello, il ragazzo di 19 anni accoltellato a morte nella tarda serata di mercoledì scorso in via Antonio Forni, all’altezza del civico 22.

Un delitto che ha scosso profondamente la comunità e riacceso i riflettori sulla fragilità sociale di un quartiere segnato da degrado, criminalità e solitudine.

Secondo le prime ricostruzioni, la lite sfociata nel tragico omicidio sarebbe legata a questioni di droga. I carabinieri della Compagnia di Ostia hanno già fermato un giovane, accusato di omicidio volontario.

Un corteo per Simone

L’iniziativa è nata spontaneamente tra i residenti del quartiere.

La fiaccolata partirà proprio dal luogo del delitto, in via Antonio Forni 22, e percorrerà alcune delle strade più note di Nuova Ostia. I partecipanti sfileranno in silenzio, con in mano una candela accesa, simbolo di speranza e di luce contro la violenza, da via Antonio Forni a via Domenico Storelli, piazza Gasparri, via Fasan, via delle Ancore, lungomare e poi di nuovo in piazza Gasparri e via Forni.

“Sarà un corteo di cittadini, senza bandiere né dichiarazioni, per esprimere solidarietà e dolore – spiega l’avvocato Guido Pascucci, che ha curato l'organizzazione accogliendo la richiesta di alcune residenti –. L’unica arma che porteremo sarà una candela accesa, per riportare un po’ di luce nelle strade che troppo spesso portano oscurità e dolore ai nostri giovani”.
 “La fiaccolata non potrà alleviare il dolore della famiglia – racconta una vicina di casa di Simone – ma servirà a far sentire che la comunità è unita, che Ostia non è solo violenza e abbandono”.

Chi era Simone

Simone Schiavello aveva solo 19 anni.
Amava il calcio – era tifoso della Roma –
e aveva giocato nelle giovanili dell’Ostiantica Calcio, che lo ha ricordato con un messaggio commosso:
“L’Ostiantica si unisce al dolore della famiglia di Simone. Ha vestito i nostri colori, lasciando un ricordo indelebile in chi ha condiviso con lui il campo e lo spogliatoio. Buon viaggio, Simone.”

Aveva frequentato l’istituto alberghiero e forse sognato un futuro nel mondo della ristorazione.
Era un ragazzo di periferia, cresciuto tra le difficoltà e la solidarietà di un quartiere che spesso finisce sulle pagine di cronaca per episodi di microcriminalità e spaccio. Dopo il declino del clan Spada, Nuova Ostia è oggi una zona contesa anche da nuove bande, tra cui gruppi sudamericani che cercano di affermare la propria egemonia.

Un quartiere sotto osservazione

Da tempo le forze dell’ordine monitorano l’area dai Lotti fino a piazza Gasparri, epicentro di diversi episodi violenti.
Solo poche ore prima dell’omicidio di Simone, i carabinieri avevano effettuato un blitz antidroga in via Antonio Forni, sequestrando 27 dosi di cocaina e arrestando un 22enne per detenzione ai fini di spaccio.
Un segnale in un contesto difficile, che alterna la quotidianità delle famiglie oneste a sacche di criminalità che rendono il territorio fragile e teso.

Come padre e come cittadino – aggiunge Pascucci – sono sempre più preoccupato per ciò che può accadere ai nostri figli nelle strade della città. Simone era un figlio di Ostia, una parte di quella Ostia che molti accusano ma pochi aiutano davvero. Camminare con una candela è il nostro modo per dire basta al silenzio e all’indifferenza”.

Martedì la Commissione parlamentare antimafia a Ostia

A poche ore dalla fiaccolata, martedì 21 ottobre, si riunirà a Ostia la Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, per un’audizione straordinaria presso la sede del X Municipio.

All’incontro parteciperanno il procuratore aggiunto di Roma Ilaria Calò, il sindaco Roberto Gualtieri, il prefetto Lamberto Giannini, il questore Roberto Massucci, insieme ai vertici di Carabinieri, Guardia di Finanza e al colonnello Mario Conio, capo centro della DIA.

Un segnale forte di attenzione istituzionale su un territorio che, come testimonia la morte di Simone Schiavello, chiede da tempo sicurezza, riscatto e presenza dello Stato.

(Foto social)