Sono stati i carabinieri della Stazione di Fregene ad arrestare due uomini di 27 e 40 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine, gravemente indiziati dei reati di rapina e lesioni personali

Fregene (Rm) – Una presunta “opportunità di investimento” si è trasformata in un incubo per un giovane di 26 anni, finito vittima di minacce, violenze fisiche e persino un morso al braccio, dopo essere stato costretto a investire 1.000 euro in Bitcoin e derubato.

L’inizio della vicenda: dal finto investimento alla trappola

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, tutto era iniziato nel mese di settembre, quando il ragazzo, un 26enne romano, era stato avvicinato dai due indagati. In un primo momento la proposta era apparsa come un semplice consiglio tra conoscenti: investire una somma di denaro in criptovalute. Ma quello che sembrava un colloquio dal tono quasi amichevole ha presto assunto contorni ben più minacciosi.

La pressione si sarebbe trasformata in veri e propri atti intimidatori: minacce esplicite, aggressioni fisiche e, in una delle fasi più violente, il morso al braccio che ha costretto la vittima a ricorrere alle cure mediche.

Il sequestro in auto e il bonifico forzato

Le indagini hanno messo in luce un episodio particolarmente grave: il 26enne sarebbe stato attirato con l’inganno a salire sull’auto dei due, per poi essere trattenuto contro la propria volontà. A bordo del veicolo, dopo ripetute percosse, la vittima sarebbe stata immobilizzata e costretta a sbloccare il proprio telefono per effettuare un bonifico da 1.000 euro a favore di uno degli aggressori.

Le indagini dei carabinieri e gli arresti

La denuncia presentata dal giovane ha dato il via a un’indagine accurata da parte dei carabinieri della Stazione di Fregene. Gli investigatori hanno ricostruito con precisione la dinamica dei fatti grazie a dichiarazioni, verifiche bancarie sul transito del denaro e all’analisi delle immagini provenienti dalle telecamere della zona.

Gli elementi raccolti hanno portato la Procura di Civitavecchia a richiedere e ottenere un’ordinanza di custodia cautelare per i due sospettati, ora detenuti nel carcere di Civitavecchia.

Presunzione d’innocenza

Si ricorda che, trattandosi di indagini preliminari, gli indagati devono essere considerati innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.