Nove indagati tra assessori, funzionari e imprenditori. Il sindaco sarà ascoltato nei prossimi giorni nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Civitavecchia

Fiumicino (Rm) – È un quadro pesante quello che emerge dall’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia e dalla Guardia di Finanza di Roma sugli appalti relativi alle politiche sociali, culturali e produttive del Comune di Fiumicino.

Secondo gli inquirenti, sarebbero emerse ipotesi di corruzione, turbativa d’asta e gestione distorta delle risorse pubbliche, per le quali sono state disposte nove misure cautelari nei confronti di assessori, funzionari e imprenditori. Episodi che, sottolineano alcune fonti politiche, rischiano di minare la fiducia tra cittadini e amministrazione comunale.

Le reazioni e la richiesta di dimissioni

Alla luce dell’inchiesta, le opposizioni hanno chiesto le dimissioni immediate del sindaco Mario Baccini. In una nota ufficiale, l’amministrazione comunale fa sapere che il primo cittadino “ha preso atto, con la massima attenzione, del comunicato diffuso dalla Procura di Civitavecchia” e che “i fatti oggetto delle indagini richiedono un atteggiamento improntato alla massima serietà e rispetto verso l’azione giudiziaria, con piena disponibilità a collaborare in ogni forma e sede”.

Il sindaco sarà ascoltato

Il sindaco Baccini sarà ascoltato nei prossimi giorni dagli inquirenti “per offrire il proprio contributo sulle vicende, nella piena collaborazione istituzionale e nella massima trasparenza”.

Sul piano politico, restano aperti interrogativi sul ruolo del primo cittadino e sulla sua capacità di garantire chiarezza su eventi che hanno travolto l’ente comunale. “L’amministrazione deve essere un luogo di legalità, trasparenza e servizio alla comunità – commenta Claudio Marotta, capogruppo regionale di Sinistra Civica Ecologista –. La politica ha il dovere di condotte degne e all’altezza di tali missioni”.

Il precedente 

Non è la prima volta che il Comune di Fiumicino finisce nel mirino delle autorità inquirenti. Soltanto nel giugno scorso erano stati accesi i riflettori sul sistema degli affidamenti e sulla tenuta complessiva della macchina amministrativa: erano state indagate quattro persone, tra cui funzionari e un assessore. E’ stata la prima tranche dell’inchiesta della Procura civitavecchiese sulla trasparenza e il 'funzionamento' degli appalti. 

Questa volta, però, la portata delle accuse e il numero delle persone coinvolte potrebbe determinare ripercussioni ben più ampie, con effetti diretti sulla stabilità politica dell’amministrazione.

Verso scenari incerti

Mentre i cittadini attendono risposte e chiarimenti, l’inchiesta prosegue. La Procura punta a ricostruire l’intera catena decisionale che avrebbe portato a pilotare gare e bandi, stabilendo responsabilità individuali e livelli di coinvolgimento.

Per l’amministrazione, la sfida è ora duplice: garantire la piena collaborazione alla magistratura e, allo stesso tempo, riconquistare la fiducia dei cittadini, oggi messa a dura prova da uno dei casi giudiziari più delicati degli ultimi anni per il comune tirrenico.