“Ostia come Suburra”, è polemica. Netflix fa dietrofront e ritira la pubblicità
Di Maria Grazia Stella il 10/10/2025
Il sindaco Gualtieri: “Iniziativa fuori luogo, Ostia merita rispetto, non pregiudizi”
Ostia (Roma) – “Perdi la fermata, finisci a Ostia, ti senti scossa, agitata. Ed è subito Suburra”. E' questo il messaggio apparso in questi giorni sui manifesti di Netflix nelle stazioni della metropolitana di Roma per promuovere la nuova stagione di Suburra – La serie, con il volto di Alessandro Borghi.
Una campagna pubblicitaria che ha immediatamente suscitato indignazione e polemiche bipartisan, ritenuta offensiva verso i cittadini e la città di Ostia.
Gualtieri: “Ostia merita rispetto, non pregiudizi”
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è intervenuto chiedendo a Netflix il ritiro immediato della campagna, definendola “fuori luogo” e “lesiva della dignità di una comunità”.
“Ho chiesto a Netflix di ritirare la pubblicità che offende Ostia e la sua comunità e apprezzo la decisione di farlo immediatamente – ha dichiarato Gualtieri –. Si è trattato di un’iniziativa pubblicitaria inappropriata: il lavoro quotidiano dei cittadini, delle associazioni e delle istituzioni racconta una realtà diversa, che non può essere ridotta a uno stereotipo. Ostia merita rispetto, non pregiudizi”.
Masi (FdI): “Ostia non è Suburra, serve promuovere il territorio”
Sulla vicenda è intervenuta anche la consigliera capitolina di Fratelli d’Italia Mariacristina Masi, che ha definito “sconcertanti” i manifesti apparsi in città:
“Ci è dispiaciuto molto vedere immagini che danno una pessima rappresentazione del nostro litorale – ha dichiarato –. Ostia è storia, natura e cultura. Non contestiamo le scelte artistiche, ma quelle amministrative sì: per questo abbiamo chiesto al sindaco di promuovere manifesti che raccontino le bellezze e le potenzialità del nostro mare, della pineta e del sito archeologico”.
Masi ha poi aggiunto: “Servono investimenti, visione e rispetto per un territorio unico, che va valorizzato e non svilito da rappresentazioni negative. Ostia non è Suburra, ma un patrimonio di Roma che deve essere promosso con orgoglio e responsabilità”.
L’indignazione dei cittadini
Sui social si sono moltiplicate le proteste dei residenti, che chiedono scuse pubbliche.
“E’ vergognoso che alla fermata metro Colosseo – la più frequentata da migliaia di turisti – sia affissa una pubblicità così offensiva. Ostia è una città accogliente e merita rispetto”, ha scritto Franco Mostacci, cittadino del litorale, invitando l’amministrazione municipale a valutare anche azioni legali per tutelare l’immagine del territorio.
Falconi (X Municipio): “Valutiamo azioni legali”
Il presidente del X Municipio, Mario Falconi, ha confermato di aver affidato a uno studio legale l’incarico di valutare eventuali azioni a tutela della comunità:
“Non si tratta solo di chiedere un gesto riparatore – ha spiegato – ma di lanciare un messaggio chiaro: la libertà creativa non può trasformarsi in offesa collettiva”.
Falconi ha anche invitato le istituzioni a promuovere una comunicazione più responsabile: “Le campagne promozionali dovrebbero valorizzare, non umiliare. Ostia ha un enorme potenziale umano e culturale che merita di essere raccontato con verità e rispetto”.
Ostia, un territorio in rinascita
Negli ultimi anni Ostia ha avviato un percorso di rinascita e riqualificazione, fondato su legalità, inclusione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale.
I cittadini, insieme a istituzioni e associazioni, stanno costruendo un nuovo racconto del litorale: non più quello delle cronache giudiziarie, ma di un territorio accogliente, vivace e solidale.
“Ostia non è Suburra – conclude Falconi –. E’ la casa di famiglie, giovani e lavoratori onesti che ogni giorno investono nel futuro. E’ tempo che anche il mondo dello spettacolo se ne accorga”.
Un territorio tra cultura e legalità
Gli interventi di riqualificazione del lungomare, le iniziative di educazione civica nelle scuole, la rinascita delle associazioni culturali e l’impegno delle forze dell’ordine hanno contribuito a restituire fiducia e senso di appartenenza.
Oggi Ostia è una comunità viva, dove convivono turismo, creatività e impegno sociale. E’ questo il volto che molti residenti chiedono di mostrare, anche attraverso la comunicazione pubblica e mediatica.
Comunicazione e responsabilità
La vicenda Netflix apre un tema più ampio: il confine tra ironia e offesa nella comunicazione pubblicitaria.
Quando uno slogan diventa virale, può influenzare la percezione collettiva di un luogo o di una comunità. E se la libertà creativa resta sacrosanta, altrettanto fondamentale è la consapevolezza del contesto sociale in cui un messaggio viene diffuso.
In un’epoca in cui le città si raccontano anche attraverso i media, claim e slogan pubblicitari possono diventare strumenti di valorizzazione o di stigma.
Un segnale importante
La pronta reazione delle istituzioni, dei cittadini e della stessa Netflix rappresenta, in fondo, un segnale positivo.
Dimostra che Ostia non è più disposta a essere oggetto di narrazioni distorte, ma protagonista della propria storia.
E forse proprio da questa polemica potrà nascere una nuova occasione per raccontare, finalmente, un’altra Ostia: quella che non è Suburra, ma una città di mare che rinasce con dignità e orgoglio.

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