Giada Crescenzi, la principale indagata, resta in carcere. Martedì 22 luglio i primi risultati dei rilievi dei Ris dei carabinieri alla presenza dei consulenti di parte. Si attendono gli esiti dei test sugli altri reperti e l’orario del decesso della vittima

Fregene (Rm) – Novità sull’omicidio di Stefania Camboni, la 58enne uccisa con 34 coltellate, inferte principalmente all’altezza del collo e del cuore, la notte tra il 15 e il 16 maggio scorsi nel suo villino di Fregene, località marina alle porte di Roma. Per il brutale assassinio è stata indagata Giada Crescenzi, 31enne nuora della vittima, attualmente in carcere a Civitavecchia.

Nessuna traccia di Dna femminile sul corpo di Stefania Camboni

Tornando quindi alle novità, nella giornata di martedì 22 luglio sono stati resi noti i primi rilievi tecnici effettuati dai Ris dei carabinieri, alla presenza dei consulenti di parte, che hanno stabilito che sul corpo della vittima non è stata rilevata alcuna traccia di Dna femminile come sangue, saliva, sudore. 

Sono state invece trovate, informa Anna Maria Anselmi, avvocato di Giada Crescenzi, ormai ex compagna del figlio Francesco Violoni, accusata di omicidio volontario aggravato dalla minorata difesa e da abuso di relazione domestica, tracce di Dna maschile in fase di attribuzione.

Però, osserva l’avvocato Massimiliano Gabrielli, legale della famiglia Camboni Violoni, la mancanza di tracce di Dna femminile sul corpo e sulle mani e unghie della vittima, non sarebbe esatta, ma confermerebbe solamente che l’assassino ha indossato i guanti in lattice e che la Camboni non sarebbe riuscita a difendersi. 

Il caso si complica?

Il risultato, tuttavia, non scagionerebbe Giada Crescenzi, che si è sempre proclamata innocente e che durante gli interrogatori si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma genererebbe qualche dubbio. Possibile la presenza di un eventuale complice come ipotizzato dal gip nell’ordinanza? Il caso sarebbe quindi ancora tutt'altro che chiarito. 

Le analisi sui reperti 

Allo stato attuale mancano ancora gli esiti delle analisi dei tecnici su altri reperti considerati importanti. Tra questi il coltello, probabile arma del delitto che sarebbe compatibile con il set di cinque in possesso del figlio, Francesco Violoni, iscritto nel registro degli indagati nonostante il suo legale, Massimiliano Gabrielli, l’abbia definito un atto dovuto, ‘prudenziale’. Il coltello, insieme al telefono cellulare della 58enne e a una maglietta intrisa di sangue, è stato ritrovato tra le sterpaglie, in un campo di via Agropoli, a circa duecento metri dalla villa di Stefania Camboni, in via Santa Teresa di Gallura. Al vaglio dei periti anche il ritrovamento delle chiavi dell’auto e di un golf della vittima e di cinque paia di guanti in lattice dove sarebbero presenti tracce ematiche. 

L’indagata

Giada Crescenzi è stata arrestata il 16 maggio, il giorno stesso del ritrovamento del corpo martoriato della Camboni nella stanza da letto della vittima da parte dell’indagata e dell’allora fidanzato Francesco Violoni. La scoperta avvenne poco dopo le 7 del mattino, al rientro del Violoni dal turno di notte come guardia giurata all’aeroporto di Fiumicino. All’epoca la coppia conviveva da un paio di mesi con la vittima nel villino di via Santa Teresa di Gallura. 

I sospetti si concentrarono sulla Crescenzi perché al momento del delitto era sola in casa con la Camboni e, in particolare, per alcune sue ricerche in rete, effettuate la notte stessa, su come cancellare macchie di sangue dal materasso e qualcosa su come avvelenare una persona. L’indagata, da parte sua, respinse immediatamente le accuse spiegando che la ricerca del metodo per eliminare le tracce ematiche si riferiva al suo abbondante flusso mestruale e quella sui veleni ad estirpare delle piante infestanti nel giardino. La 31enne ha affermato di aver dormito e di essersi svegliata soltanto intorno alle 5 del mattino, quando avrebbe utilizzato il cellulare.

Orario del decesso e movente del delitto

Un elemento atteso con ansia riguarda l’orario del decesso, stabilito in base all’autopsia. Un altro aspetto che rende questo caso complicato, pronto a riservare ‘sorprese’, riguarda le motivazioni alla base dell’omicidio, il movente, su cui stanno tutt’ora indagando i carabinieri della Compagnia di Ostia e del Nucleo investigativo di via Zambrini. Questioni economiche? Dissidi insanabili con qualche persona? Un tentativo di rapina? Le indagini proseguono non escludendo nessuna pista né il coinvolgimento di altre persone, possibili complici dell’omicida.