Un progetto che rafforza integrazione, libertà di culto e dialogo interculturale


Fiumicino (Rm) – Un momento storico per la comunità ortodossa e per l’intera città di Fiumicino: questa mattina, sabato 27 settembre, in via Val Lagarina 7E, si è svolta la cerimonia di posa della prima pietra della nuova Parrocchia Ortodossa Romena San Dionigi l’Umile.

La cerimonia

A presiedere la celebrazione è stato S.E. Mons. Siluan, Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, affiancato da numerose autorità civili e religiose: il sindaco di Fiumicino Mario Baccini, il presidente del Consiglio comunale Roberto Severini, il console dell’Ambasciata di Romania a Roma e una folta rappresentanza di cittadini.
Il progetto per la costruzione della chiesa nasce grazie al sostegno del Dipartimento Pentru Românii de Pretutindeni e sarà completato con il contributo delle donazioni spontanee della comunità.

Le parole del sindaco “Bună dimineața tuturor”

Ad aprire la cerimonia, il saluto del sindaco Baccini in lingua rumena “Bună dimineața tuturor”. Poi l’intervento:
“Per la nostra città questo è un motivo di orgoglio. La posa della prima pietra non è solo l’inizio di un’opera edilizia, ma il segno concreto della difesa e della promozione della libertà di culto e di espressione. È importante non parlare di comunità rumena come realtà a sé, ma di cittadine e cittadini di Fiumicino. Riconoscere che tutti facciamo parte della stessa realtà significa superare le divisioni e trasformare le differenze in una ricchezza comune, costruendo una società più coesa e solidale”.

Un luogo di incontro e valori

S.E. Mons. Siluan ha ribadito l’importanza del nuovo edificio religioso come spazio di apertura e di dialogo:
“Fiumicino è uno dei pochi comuni italiani che ha compreso quanto sia fondamentale per i romeni avere un punto di riferimento, un luogo di incontro e confronto aperto a tutti. Qui trasmetteremo valori come il rispetto, la solidarietà e la pace”.

Con la posa della prima pietra, Fiumicino non inaugura soltanto un cantiere, ma rafforza un nuovo capitolo di convivenza civile e interculturale, che guarda al futuro nel segno dell’integrazione e della condivisione.