Ostia rende omaggio a Claudio Caligari: un murale celebra il regista delle periferie
Di Maria Grazia Stella il 26/12/2025
In via Domenico Baffigo nasce un’opera dedicata al cineasta romano. Un tributo collettivo alla sua visione, alla sua poetica e al legame profondo con il territorio.
Ostia (Rm) - Ostia rende omaggio a uno dei suoi narratori più autentici. A Nuova Ostia è stato inaugurato nei giorni scorsi il murale dedicato a Claudio Caligari, regista simbolo del cinema indipendente italiano, autore di opere che hanno raccontato senza filtri le periferie, le fragilità sociali e l’umanità più marginale.
L’opera, realizzata dallo street artist Leonardo Crudi del collettivo 900, campeggia sulla facciata del Centro per l’Impiego di via Domenico Baffigo ed è il primo murale mai dedicato al regista romano, scomparso nel 2015.
Un’inaugurazione partecipata
L’inaugurazione ha richiamato oltre 300 persone, tra cittadini, studenti e operatori culturali. Presenti anche 180 ragazzi del liceo Anco Marzio, a testimonianza di un progetto che guarda soprattutto alle nuove generazioni.
Hanno preso parte all’evento, tra gli altri, l’assessora capitolina alla Scuola Claudia Pratelli, il consigliere comunale Giovanni Zannola, la vicepresidente del Municipio X Valentina Prodon, l’assessore municipale Andrea Morelli e la presidente del Municipio Paola Pau.
Il progetto “Caligari e Ostia – Amore Indomito”
Il murale rientra nel più ampio progetto culturale “Caligari e Ostia – Amore Indomito”, ideato dall’associazione Le Tartarughe e Blu Star International, in collaborazione con il collettivo Subword, in particolare con il contributo del "Trio Caligari" formato da Laila Scorcelletti, Fausto Trombetta e Giuseppe D'Aniello.
. Il progetto, sostenuto dal Comune di Roma e dal Municipio X, nasce per celebrare il decennale della scomparsa del regista e restituire centralità alla sua opera, profondamente legata a Ostia e alle sue periferie.
Cuore dell’iniziativa è stato proprio il murale di Crudi, che restituisce il volto e l’anima di Caligari, intrecciando immagini e suggestioni tratte dai suoi film più iconici.
Un cinema libero, radicale, necessario
Autore di soli tre lungometraggi – Amore tossico, L’odore della notte e Non essere cattivo – Caligari ha raccontato come pochi altri la marginalità urbana, senza retorica né compiacimenti. Il suo è stato un cinema diretto, ruvido, profondamente umano, capace di dare voce a chi normalmente resta ai margini.
Un cinema “scomodo”, spesso ostacolato, ma oggi riconosciuto come fondamentale nella storia del cinema italiano contemporaneo. Un linguaggio che ha trovato nel territorio di Ostia la sua geografia emotiva e narrativa.
Una rassegna tra cinema, arte e memoria
Il progetto si è articolato in una rassegna culturale durata più giorni, con proiezioni dei tre film di Caligari e del documentario “Se c’è un aldilà sono fottuto – Vita e cinema di Claudio Caligari”. Gli eventi si sono svolti tra la sede di Save the Children a Ostia Ponente e il Multisala Cineland, accompagnati da incontri, reading e performance artistiche.
Tra i protagonisti, amici e collaboratori storici del regista: attori, tecnici e artisti come Valerio Mastandrea, Silvia D’Amico, Maurizio Calvesi, Emanuel Bevilacqua, riuniti in quella che è stata definita la “Banda Caligari”.
Il murale e l’eredità di Caligari
L’opera di Leonardo Crudi – artista profondamente legato alla cultura underground e al linguaggio visivo delle periferie – restituisce con forza il mondo di Caligari: crudo, poetico, umano. Un omaggio che dialoga con il territorio e con chi lo abita, restituendo dignità e memoria a un autore che ha fatto della marginalità una lente per raccontare l’Italia.
Non a caso, si lavora ora all’intitolazione di una piazza di Ostia a Claudio Caligari. L’area individuata è piazzale Mediterraneo, luogo simbolico dove sono state girate alcune scene di Non essere cattivo. Un gesto che sancirebbe definitivamente il legame tra il regista e il territorio che più di ogni altro ha raccontato.
Un tributo che non è solo commemorazione, ma atto culturale e politico: perché Caligari, oggi più che mai, parla ancora al presente.

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