Ad effettuare il ritrovamento i carabinieri di Ostia durante un sopralluogo nei pressi della villetta dove il 15 maggio scorso fu uccisa con 34 coltellate Stefania Camboni

Fregene (Rm) – Svolta nelle indagini sull’omicidio di Stefania Camboni, la 58enne uccisa con 34 coltellate la notte tra il 15 e 16 maggio scorso nella sua villetta di Fregene, località marina alle porte di Roma. 

Il ritrovamento del coltello, della maglietta sporca di sangue e del telefono della vittima

Nel corso di un sopralluogo effettuato questa mattina dai carabinieri di Fregene, insieme ai militari del Nucleo Operativo di Ostia, in un campo tra via Santa Teresa di Gallura e via Agropoli, zona chiusa al traffico per l'intera giornata, sarebbero stati trovati dei reperti mancanti riconducibili al delitto. 
Si tratterebbe, nello specifico, del coltello mancante del ceppo di cinque, che, secondo il legale della famiglia della vittima e del figlio Francesco Violoni, Massimiliano Gabrielli, sarebbe compatibile con le ferite inferte alla 58enne (il coltello è stato regalato da Giada Crescenzi al Violoni, ndr), del telefono cellulare della vittima e di una maglietta intrisa di sangue. Si tratterebbe, secondo l’avvocato Gabrielli, di un “rinvenimento di eccezionale rilevanza investigativa, che inchioda definitivamente Giada Crescenzi al quadro probatorio a suo carico”

Giada Crescenzi indagata per l’omicidio

La 30enne Giada Crescenzi, nuora della vittima ed ex compagna di Francesco Violoni, al momento è l’unica indagata ed è accusata di omicidio aggravato dalla minorata difesa e dal vincolo della coabitazione con la vittima.
La giovane indagata, che si dichiara innocente, reclusa da quasi un mese presso la casa circondariale di Civitavecchia, dal marzo scorso viveva con il figlio di Stefania Camboni nella stessa villa a due piani al civico 22 di via Santa Teresa di Gallura. La notte del delitto si trovava sola in casa con la suocera ma non avrebbe sentito nulla poiché, come riferito agli inquirenti, avrebbe assunto dei farmaci, regolarmente prescritti, per riposare meglio e, in più, avrebbe messo i tappi alle orecchie. 

La scoperta del delitto

L’omicidio sarebbe poi stato scoperto poco dopo le 7 del mattino del 16 maggio al rientro di Francesco Violoni dal turno notturno come guardia giurata presso l’aeroporto di Fiumicino. Il figlio e Giada Crescenzi trovarono il corpo privo di vita della 58enne nella sua camera da letto, coperto da un lenzuolo e dei cuscini, al piano superiore della villa. 

Il legale della famiglia Camboni

Il difensore della famiglia Camboni e del figlio Francesco Violoni, dichiara inoltre di “non aver mai avuto dubbi sul fatto che l’arma del delitto e gli oggetti compromettenti fossero stati abbandonati nella notte nei terreni circostanti da parte dell’indagata. Avevamo pubblicamente lanciato un appello affinché venissero estese le ricerche in quella direzione e abbiamo contribuito attivamente allo sviluppo delle indagini, condividendo con gli investigatori elementi tecnici e informazioni puntuali che hanno mantenuto alto il livello di attenzione”.

Le date del 23 e 24 giugno

Grande attesa per la data del prossimo 23 giugno quando nella villa dove si consumò il delitto si svolgerà un’ispezione alla quale parteciperanno i legali del team dell’avvocato Gabrielli e il generale Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, oltre alle avvocate Anna Maria Anselmi  e Maria Grazia Castelli che assistono Giada Crescenzi.
Il giorno successivo, 24 giugno, saranno eseguiti gli accertamenti tecnici irripetibili sul Dna e sulle impronte rilevate dai Ris nella casa, oltre a quelle sui ‘reperti’ ritrovati oggi.

Un plauso – aggiunge Gabrielli - va alla determinazione della Procura e al lavoro del nucleo operativo dei Carabinieri, che in queste settimane non hanno mai smesso di cercare. L’omicidio si avvia finalmente verso una rapida risoluzione assicurando a Stefania Camboni ed ai suoi familiari la piena verità e la giustizia che le spetta” conclude.

La posizione della difesa 

L’avvocata Anna Maria Anselmi, da parte sua, afferma decisa di essere in attesa dei risultati degli accertamenti scientifici sul Dna presente sugli oggetti ritrovati per capire a chi possano appartenere o chi potrebbe avervi lasciato delle tracce. Proprio oggi la legale ha dichiarato a Ostia TV che la sua assistita, Giada Crescenzi, si dimostra fiduciosa - compatibilmente con lo stato in cui si trova - che la sua innocenza possa essere finalmente dimostra una volta conclusi tutti gli accertamenti e quindi le indagini.
Sugli oggetti ritrovati, quindi, Anna Maria Anselmi è assai cauta, in attesa di conoscere gli esiti delle analisi cui saranno sottoposti, pur sottolineando l’importanza del loro ritrovamento.