Omicidio di Fregene, giudizio immediato per Giada Crescenzi: processo il 26 febbraio
Di Maria Grazia Stella il 26/11/2025
La 31enne, accusata dell’uccisione di Stefania Camboni, madre dell’ex compagno Francesco Violoni, si è sempre dichiarata innocente. Per lei il giudizio immediato disposto dal Gip di Civitavecchia

Fregene (Rm) – Arriverà direttamente in aula, senza passare dall’udienza preliminare, il caso dell’omicidio di Stefania Camboni, la 58enne trovata morta nella sua abitazione di Fregene il 16 maggio scorso. Il Giudice per le indagini preliminari di Civitavecchia ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Giada Crescenzi, 31 anni, arrestata poche ore dopo il ritrovamento del corpo e attualmente detenuta nel carcere di Civitavecchia.
La giovane comparirà il 26 febbraio prossimo davanti alla Terza sezione della Corte d’Assise di Roma, competente per i delitti più gravi.
Le accuse: 34 coltellate e presunta premeditazione
Crescenzi è chiamata a rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla minorata difesa, poiché la vittima dormiva e dall’abuso di relazioni domestiche e ospitalità.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Stefania Camboni sarebbe stata colpita 34 volte con un coltello da cucina mentre dormiva, nel suo letto. Le ferite sulla testa, sul volto, sulla coscia sinistra e sulle mani indicherebbero un tentativo estremo di difesa.
Le indagini contestano alla 31enne anche una serie di ricerche online effettuate nella notte, tra le 3.08 e le 4.03, su “come avvelenare una persona”, seguite da una pausa nelle attività dello smartphone e poi dalla ripresa, alle 4.59, con nuove ricerche su “come togliere il sangue dal materasso”.
La donna, però, si è sempre professata innocente e si è avvalsa più volte della facoltà di non rispondere.
Il possibile movente: tensioni familiari e convivenza difficile
Per la Procura, alla base del delitto vi sarebbero tensioni pregresse tra Crescenzi e Camboni, acuitesi dopo che la coppia – Crescenzi e Francesco Violoni, figlio di Stefania Camboni – si era trasferita nella villetta di Fregene abitata dalla 58enne.
Lo stesso Violoni, guardia giurata, è stato iscritto nel registro degli indagati in un secondo momento, seppur con posizione distinta. La notte dell’omicidio si trovava al lavoro presso l’aeroporto di Fiumicino.
La scoperta del corpo e gli elementi emersi dalle indagini
Il cadavere di Stefania Camboni fu trovato la mattina del 16 maggio, al rientro di Violoni dal lavoro: la donna giaceva a terra nella sua camera da letto, avvolta in un lenzuolo.
A circa cento metri dall’abitazione, i carabinieri della Compagnia di Ostia ritrovarono l’auto della vittima, parcheggiata in modo anomalo, con il finestrino dal lato guida abbassato e le chiavi a terra.
In un campo della zona furono rinvenuti un coltello da cucina compatibile con le ferite, una felpa insanguinata e dei guanti in lattice.
Si trattava di utensili di un set da cucina “Masterchef”, che, secondo le ricostruzioni, Crescenzi aveva regalato al suo compagno che si dilettava di cucina.
I Ris identificarono inoltre tracce di sangue sulle ciabatte della 31enne, sul pigiama e anche sull’interruttore del bagno, poi cancellate, utilizzato dalla coppia.
Le posizioni dei legali
L’avvocata Anna Maria Anselmi, difensore di Crescenzi, ha fatto sapere: “Non abbiamo ancora avuto accesso agli atti. Finché non potremo esaminarli, non siamo in grado di commentare il provvedimento né di impostare adeguatamente la difesa”.
Di segno opposto la reazione di Massimiliano Gabrielli, legale della famiglia Camboni: “Il quadro delineato dalla Procura conferma la ricostruzione che abbiamo elaborato sin dall’inizio in via autonoma. Accogliamo con soddisfazione la decisione del Gip”.
Presunzione di innocenza
Si ricorda che la posizione di Giada Crescenzi rientra ancora nella fase delle indagini e dell’avvio del dibattimento. Per l’imputata vale il principio di presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza definitiva.
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