Omicidio di Fregene: fermata la nuora della vittima. Cercava su Google “come avvelenare una persona” e “come togliere il sangue dal materasso”
Di Maria Grazia Stella il 16/05/2025
I carabinieri hanno fermato nella notte la compagna del figlio della 58enne Stefania Camboni uccisa a coltellate con l’accusa di “omicidio volontario aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità”. Le indagini proseguono per risalire al movente
Fregene (Rm) – Svolta nell’omicidio della 58enne Stefania Camboni a Fregene: fermata la nuora della vittima, G.C., una 30enne italiana.
Grazie a indagini lampo condotte dai carabinieri della Compagnia di Ostia, in collaborazione con i colleghi del reparto investigativo di Ostia, è stata arrestata poco prima della mezzanotte tra il 15 e il 16 maggio la compagna del figlio della vittima, Francesco Violoni, con l’accusa di “omicidio volontario aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità”.
Che cosa è successo
Ma per comprendere che cosa è successo, è necessario fare un passo indietro, alla mattina di ieri, giovedì 15 maggio, a Fregene, nel villino tra via Santa Teresa di Gallura e via Agropoli dove la vittima abitava in una porzione dello stesso, mentre il figlio e la nuora nell’altro.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, intorno alle 7 del mattino il figlio di Stefania Camboni, appena rientrato dall’aeroporto dove lavora come guardia giurata, avrebbe trovato la madre riversa a terra, nei pressi del letto matrimoniale della stanza al secondo piano, dove c'è mansarda, coperta da cuscini, con numerose tracce di sangue.
L’intervento dei carabinieri
Immediata, a quel punto, è scattata la chiamata ai carabinieri della stazione di Fregene. Sul posto, sono intervenuti i militari della Compagnia di Ostia con i colleghi della cittadina costiera, che hanno constatato, insieme al medico legale giunto nel frattempo, la presenza sul torace della Camboni di numerose coltellate, sembrerebbe ne siano state inferte una quindicina ma sarà l’autopsia a stabilirlo con esattezza, che ne avrebbero causato la morte. L’omicidio sarebbe probabilmente avvenuto nella notte, dopo che il figlio era uscito per recarsi al lavoro.
Le indagini
I carabinieri hanno immediatamente avviato le indagini per fare chiarezza su questo gravissimo episodio di sangue che ha scosso la normale quotidianità e l’esistenza della comunità di Fregene, dove Stefania Camboni, vedova dal 2020 di Giorgio Violoni, un popolare ex calciatore del Maccarese e della Lazio Primavera, era ben conosciuta. Secondo quanto si apprende la donna, casalinga, conduceva una vita riservata, discreta, in poche parole.
Così, tornando ai primi elementi raccolti in base alle attività investigative, “per gravità, precisione e concordanza”, la 30enne è stata fermata prima della mezzanotte per “omicidio aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità”.
Il movente
Le indagini proseguono con l’obiettivo di ricostruire integralmente l’omicidio e individuare il movente, al momento non conosciuto, oltre a indagare sull’eventuale responsabilità di altre persone. Sembrerebbe, inoltre, una grossolana messa in scena la probabile simulazione di una rapina nel villino, messo a soqquadro, e anche con l’abbandono dell’auto della vittima a circa 100, 150 metri lontani dal villino, in via Agropoli, con il finestrino abbassato dal lato del guidatore e il portafogli lasciato a terra, poco lontano.
La ricostruzione
Secondo quanto ricostruito, la sera del 14 maggio, la cena sarebbe stata consumata insieme, ossia dal figlio della vittima, dalla compagna e da Stefania Comboni. Il primo, poi, sarebbe uscito per ragioni di lavoro, mentre le due donne si sarebbero ritirate nelle rispettive camere da letto, poste in piani diversi del villino. Alle 7.10 del mattino successivo, il 15 maggio, il figlio della vittima sarebbe rientrato a casa e avrebbe notato la porta d'ingresso e l'inferriata esterna completamente aperta, la casa a soqquadro. Avrebbe quindi raggiunto la fidanzata e dopo aver fatto un giro avrebbero trovato il corpo della madre nella camera da letto, coperto da cuscini. Senza toccare il corpo della donna, i due si sarebbero direttamente recati alla stazione dei carabinieri di Fregene per riferire l’accaduto.
Qui la 30enne avrebbe riferito di non meglio chiariti dissapori con la vittima destando i sospetti degli inquirenti che, dopo un rapido controllo sul telefono dell’indagata, hanno permesso di notare alcune ricerche effettuate su Google, ovvero “come togliere il sangue dal materasso” e “come avvelenare una persona”.
Sarebbero inoltre gravi le contraddizioni rese dalla coppia su alcuni aspetti decisivi, primo tra tutti la presenza o meno di sangue alla vista del cadavere da parte dei due. E, poi, la presenza di voluminose tracce di sangue, non visibili a occhio nudo, ma emerse dopo un doppio esame tecnico-scientifico, su cose presenti sulla scena del crimine. Quindi, come detto, la ricerca effettuata dalla 30enne su Google attraverso il suo telefono cellulare per cancellare le macchie ematiche dal materasso e come uccidere per avvelenamento una persona.
Nei post pubblicati dalla 30enne, la donna avrebbe espresso la necessità di trovare un’altra abitazione per una situazione che non sarebbe risultata gradita.
Così, esaminando i fatti, il pm di Civitavecchia ha proceduto al fermo dell’indiziata.
“Lo stato del procedimento penale in corso rilascia, comunque, sullo sfondo un soggetto attinto da sola gravità indiziaria in stato di fermo, in attesa di sviluppare pienamente il suo diritto di difesa, impregiudicata la sua innocenza sino a sentenza definitiva di condanna”.
Nel corso della mattinata sarà conferito l’incarico per l’esame autoptico sul cadavere della vittima che presumibilmente sarà eseguito nella giornata di domani.
Sempre domani si dovrebbe svolgere l’udienza dinnanzi al Gip di Civitavecchia per la convalida del fermo.

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