Parco del Mare di Ostia, le associazioni ambientaliste: “Zero consumo di suolo e tutela dei giardini storici”
Di Maria Grazia Stella il 10/11/2025
WWF, Mare Libero, Italia Nostra e Legambiente unite per un progetto davvero sostenibile sul litorale romano
Ostia (Rm) – Quattro delle principali realtà ambientaliste del territorio — WWF Litorale Laziale, Mare Libero – Litorale Romano, Italia Nostra Litorale Romano e Legambiente Circolo Litorale Romano — uniscono le forze per difendere il delicato equilibrio ambientale della costa di Ostia.
Le associazioni hanno inviato alla Conferenza dei Servizi, lo scorso 5 novembre, un articolato documento di osservazioni sul consumo di suolo relative al Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) del “Parco del Mare”, intervento finanziato con 24 milioni di euro nell’ambito del Programma Regionale Fondo europeo di sviluppo regionale - FESR 2021–2027.
L’obiettivo: “Zero consumo di suolo”
Nel documento, le associazioni pongono un principio inderogabile: il “consumo di suolo zero” come criterio guida per ogni intervento di riqualificazione.
“Il Parco del Mare — si legge nella nota — deve rappresentare un modello di rigenerazione territoriale, non di trasformazione edilizia: un progetto che restituisca permeabilità, natura e valore ambientale al litorale di Ostia”.
Le organizzazioni denunciano una grave carenza di dati tecnici nel PFTE, in particolare l’assenza di una valutazione quantitativa sul bilancio tra aree de-pavimentate e nuove coperture, elemento indispensabile per garantire trasparenza e coerenza con gli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Unione Europea.
L’allarme dei dati ISPRA
A sostegno delle proprie osservazioni, gli ambientalisti richiamano gli ultimi dati del Rapporto ISPRA 2025, che evidenzia una situazione critica:
• Lazio maglia nera: nel 2024 la regione ha registrato la perdita di 785 ettari di suolo naturale, tra le peggiori in Italia.
• Ostia vulnerabile: nei primi 300 metri dalla linea di costa, il consumo di suolo raggiunge il 22,9%, oltre tre volte la media nazionale.
• Rischi ambientali: impermeabilizzazione e perdita di vegetazione amplificano i rischi di allagamenti, erosione costiera e surriscaldamento urbano.
“Il progetto — ricordano le associazioni — deve rispettare i Criteri Ambientali Minimi (CAM), riducendo al minimo la perdita di vegetazione e promuovendo materiali e soluzioni drenanti”.
I “tesori verdi” da salvare: i giardini storici di Fillirea angustifolia
Tra i punti centrali del documento, figura la richiesta di tutela integrale dei giardini storici di Fillirea a foglie strette (Phillyrea angustifolia), presenti tra via dell’Aquilone, via Benino, via Geraldini e il lungomare Lutazio Catulo.
• Valore storico e botanico: i vigorosi nuclei arbustivi, autoctoni e ultradecennali (oltre 80 anni di età), occupano un’area di circa 8.000 mq e costituiscono un raro esempio di vegetazione mediterranea costiera sopravvissuta all’urbanizzazione.
• Funzione ecologica: questi giardini offrono ombra, assorbimento idrico e continuità paesaggistica, elementi fondamentali per la resilienza ecologica e la qualità ambientale del fronte mare.
Le proposte
Le associazioni propongono interventi concreti per conciliare rigenerazione urbana e tutela ambientale:
• uso di materiali drenanti e naturali;
• riduzione delle superfici pavimentate;
• ricollocazione dei parcheggi in aree già urbanizzate;
• valorizzazione degli habitat di duna e macchia mediterranea;
• protezione dei giardini storici di Fillirea come “cuore verde” del futuro Parco del Mare.
“Chiediamo — concludono le associazioni — che i fondi europei destinati alla riqualificazione del litorale non si traducano in nuovo cemento, ma in un’occasione di rigenerazione ambientale e culturale per Ostia e per tutto il litorale romano”.

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