"Più spiagge, più sicurezza. Per la prima volta una pianificazione di ampio respiro, finanziata con 90 milioni di euro, per la salvaguardia del litorale"

Da sinistra: Roberta Angelilli, Francesco Rocca, Fabrizio Ghera

Roma, 18 settembre 2025 – Proteggere la bellezza delle coste laziali e dei suoi beni storici e paesaggistici dagli effetti dell’erosione e dei cambiamenti climatici attraverso una programmazione integrata di opere di difesa a medio-lungo termine. È questo l’obiettivo strategico del “Piano per la difesa integrata della costa del Lazio”, redatto
dall’Assessorato alla Tutela del Territorio, al Demanio e al Patrimonio della Regione Lazio, e finanziato con circa 90 milioni di euro.

Il Piano è frutto di una visione che mira a integrare tre elementi:

  •  l’analisi scientifica dei fenomeni;
  • la programmazione degli interventi di mitigazione su Unità Fisiografiche (UF)* e non, su singoli tratti di litorale;
  • il monitoraggio e la manutenzione dei lavori avviati.

Nel Piano per le coste laziali rientra la delibera approvata oggi dalla Giunta regionale
– su proposta del presidente Francesco Rocca, di concerto con la vicepresidente
Roberta Angelilli e l’assessore Fabrizio Ghera – finanziata con nuovi 46,2 milioni di
euro, nell'ambito della programmazione FESR 2021-2027, che rappresenta, quindi, un
tassello importante oltre ad altre importanti iniziative già avviate, fra cui:

  • 18,7 milioni di euro di opere finanziate con i fondi Fesr 2021-2027, molte delle quali già realizzate o in via di conclusione;
  • lo sblocco e il recupero di 22 milioni di euro di fondi regionali assegnati ai Comuni, che erano fermi dal 2019 per questioni burocratiche. Tali progetti sono a oggi tutti in corso di realizzazione.
  • Le Unità Fisiografiche sono ampi tratti di costa delimitati da elementi naturali — come i promontori — all’interno dei quali i sedimenti si muovono senza dispersioni esterne.

Regione Lazio, piano di difesa integrata delle coste: le caratteristiche

Le opere oggetto del Piano sono quelle individuate nel documento di programmazione per il periodo 2025-2028 “Interventi a difesa della costa del Lazio”, redatto partendo dal documento “Analisi di supporto al Piano della Costa della Regione Lazio”, prodotto nell’ambito di un Accordo con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi “Roma Tre”, a cura del professor Leopoldo Franco.

Tale documento ha individuato le zone a maggior rischio erosione, introducendo il criterio delle Unità Fisiografiche (UF) per la programmazione degli interventi, proprio con l’obiettivo di evitare azioni troppo settoriali che potrebbero risultare inefficaci o addirittura dannose.

Ogni unità presenta caratteristiche simili dal punto di vista ambientale, morfologico e dinamico. Il Piano ha individuato sei UF, che rappresentano la base operativa su cui verranno definiti e realizzati gli interventi. I fondi stanziati verranno appaltati attraverso due Accordi Quadro che consentiranno una gestione più rapida dei tempi di attuazione.

Il Piano prevede, inoltre, l’individuazione di tre cave marine dove reperire circa un milione di metri cubi di sabbia da destinare al ripascimento. Sempre nell’ambito delle azioni a protezione della costa sono stati stanziati 1 milione di euro a favore dei Comuni che ne faranno richiesta per interventi a difesa delle strutture durante il periodo invernale.

Fondamentale per la realizzazione del Piano Coste è, inoltre, l’attività di monitoraggio delle opere realizzate che seguirà l’andamento della linea di costa per tre anni, con l’ausilio di immagini satellitari, droni e puntuali verifiche tecniche. Viste le criticità specifiche delle coste delle Isole Pontine, verrà promosso uno studio particolareggiato per l’analisi della vulnerabilità e l’individuazione degli interventi da realizzare.

L’obiettivo del Piano è quello di creare un “Patto per le coste laziali” che veda la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, dalle Istituzioni interessate (Regione, Comuni, Province, Capitanerie, Autorità Portuali e di Bacino, Enti e Parchi, Sovrintendenza, etc.) alle imprese del settore e alla società civile, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le future generazioni verso il rispetto dell’ambiente e la valorizzazione delle bellezze culturali e paesaggistiche presenti sulle coste laziali.

Dati sulle coste laziali

Il litorale laziale ha una lunghezza complessiva di 361 km, di cui 240 km di costa
sabbiosa.

Dall’analisi realizzata dall’Università di Roma Tre risulta che, di questi 361, 113 km risultano essere ad alta vulnerabilità a causa della pressione antropica e dell'assenza di strutture di salvaguardia. Fenomeni di erosione, già in atto da anni, risultano aver subito un’accelerazione negli ultimi due anni, a causa delle modifiche climatiche e dall’azione
dell’uomo.

A questo proposito, si evidenzia che:

  • tra il 2006 e 2020, risulta essere modificato il 60,6% della costa laziale, per un totale di 79 km complessivi;
  • il 29,7% del litorale laziale è in erosione, con un picco del 35,9% in provincia di Roma.

Il Fenomeno dell'avanzamento

Il fenomeno dell'avanzamento, invece, ha ottenuto i suoi valori più alti di percentuali costiere a Minturno (69,8%) e Terracina (61,8%). Tra le province, invece, è Roma quella che ha perso più spiagge, con un -14,7%. Va meglio in provincia di Viterbo con un -9,2% e di Latina che registra un -7,5%. Su scala comunale, quello che ha perso maggiore superficie sabbiosa per valore assoluto è Roma (con una riduzione di -30,93 ettari), seguita da Fiumicino (-10,61 ettari) e Ardea (-7,44 ettari), poi Montalto di Castro (-6,99 ettari) e Latina (-6,36 ettari). In due Comuni costieri è stato registrato un aumento della superficie sabbiosa: a Cerveteri (+2,23 ettari) e a Sabaudia (+1,79 ettari).