M5S: “Commissariare il X municipio? La legge non lo permette: ricorso al Tar”
Ostia – “Mafia Capitale, commissariare le presidenze di municipio? La legge non lo permette ma il prefetto e il sindaco continuano a giocare e a perdere tempo per trovare una soluzione ‘salva Pd’”. Lo dichiara in una nota il M5S del X municipio. “Mentre emergono nuove indiscrezioni che allontanano uno scioglimento del Comune di Roma per mafia, si fa più forte la decisione di commissariare il X municipio. In base alle ipotesi che stanno circolando in queste ore, infatti il prefetto Gabrielli starebbe lavorando a una sorta di commissariamento del X municipio, che dalla relazione risulta il più coinvolto nell'inchiesta di Mafia Capitale. Ipotesi questa davvero paradossale se si considera che tutti i municipi di Roma sono funzionali al Comune per interdipendenza. Perché commissariare il municipio lidense e non sciogliere Roma, che in realtà ha le responsabilità più pesanti relative alle infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione comunale?”, prosegue la nota del gruppo pentastellato X municipio.
“I municipi, sono soltanto organismi di governo del territorio, di partecipazione e consultazione, di gestione di servizi ed esercizio delle funzioni conferite, rappresentano la propria comunità, ne curano gli interessi e ne promuovono lo sviluppo nell'ambito dell'unità del Comune di Roma. Non sappiamo a quale soluzione stiano lavorando il prefetto Gabrielli e il Sindaco Marino, ma di fatto la legge permette lo scioglimento solo per i comuni e per le province e non per i municipi e noi su questo, come Movimento 5 Stelle del X municipio non escludiamo di ricorrere al Tar del Lazio, affinché venga rispettata la legge e ripristinata la democrazia. Come recita il comma 1 dell’art. 143 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, “Fuori dei casi previsti dall'articolo 141, i consigli comunali e provinciali sono sciolti quando, anche a seguito di accertamenti effettuati a norma dell'articolo 59, comma 7, emergono elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi, che compromettono la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi alle stesse affidati ovvero che risultano tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica”, spiega la nota.
“Lo scioglimento del consiglio comunale o provinciale comporta la cessazione dalla carica di consigliere, di sindaco, di presidente della provincia e di componente delle rispettive giunte, anche se diversamente disposto dalle leggi vigenti in materia di ordinamento e funzionamento degli organi predetti, nonché di ogni altro incarico comunque connesso alle cariche ricoperte. Ma, ovviamente, la priorità adesso per Gabrielli e Marino è salvare il Pd, e poco importa che si stiano calpestando i diritti di milioni di cittadini romani. Il Movimento 5 Stelle del X municipio sta già valutando, oltre al ricorso, anche una serie di azioni da mettere in campo per dire no all’ennesimo schiaffo alla democrazia”, conclude.
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