Colto in flagrante dagli agenti del Commissariato Colombo mentre stava per intascare l’ennesimo bottino

Roma – Meticoloso, rapido e convincente: un vero “professionista del raggiro”. Ma questa volta, la messinscena del cosiddetto “re della truffa dello specchietto” è durata solo pochi istanti. Gli agenti del Commissariato Colombo lo hanno sorpreso in flagrante, bloccandolo proprio mentre stava per intascare i soldi dall’ennesima vittima.

Il copione della truffa

L’uomo, un 39enne romano con una lunga sfilza di precedenti per truffe e reati contro il patrimonio, aveva messo in scena la consueta farsa in zona Ostiense. A bordo del suo scooter, si è affiancato a un’auto in transito e, con un colpo secco provocato da un oggetto metallico, ha simulato un urto. Poi, il solito copione: l’accusa all’automobilista di avergli rotto lo specchietto, l’atteggiamento aggressivo e la richiesta di un “risarcimento immediato” in contanti per evitare di “chiamare l’assicurazione”.

Un inganno rodato, che in passato gli aveva fruttato centinaia di euro ogni settimana, approfittando dello spavento e della buona fede di automobilisti, spesso anziani o turisti.

Il blitz degli agenti

Ma questa volta qualcosa è andato diversamente. Gli agenti del Commissariato Colombo, che lo tenevano sotto osservazione da tempo dopo diverse segnalazioni, hanno assistito all’intera scena. Sono intervenuti proprio nel momento in cui il truffatore stava per ricevere il denaro dalla vittima, cogliendolo sul fatto.

Durante la perquisizione, i poliziotti hanno trovato nella sua disponibilità 140 euro in contanti, la stessa somma che l’automobilista era stato convinto a prelevare in banca per “sistemare la faccenda”, e un rotolo di carta abrasiva: lo strumento usato per riprodurre il rumore dell’impatto tra i veicoli, un classico della truffa.

Un volto noto alle forze dell’ordine

Condotto negli uffici del commissariato, il 39enne è stato rapidamente identificato: si tratta di un nome ben noto alle forze dell’ordine, già condannato in passato per episodi analoghi e tornato da poco in libertà.

Gli investigatori non escludono che il truffatore potesse agire in modo seriale, spostandosi in diversi quartieri della Capitale con lo stesso modus operandi, forse avvalendosi di complici per distrarre o intimorire le vittime.

Ritorno a Rebibbia

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, l’uomo è stato associato al carcere di Rebibbia, mentre proseguono le indagini per verificare eventuali altri episodi riconducibili alla sua attività.

Presunzione d’innocenza

Si precisa che le evidenze investigative sopra descritte si riferiscono alla fase delle indagini preliminari e che, pertanto, per l’indagato vale il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna.