In piazza i residenti di vari municipi: “I nostri mutui e sacrifici ignorati”. Delegazione ricevuta dall’assessore Zevi. Santori e Masi: “Ascoltare i cittadini”

Dragoncello (Rm) – Cartelli alzati, slogan e un messaggio comune: “Le nostre case non sono Erp”. Venerdì 19 dicembre centinaia di cittadini, provenienti da diversi quartieri romani – da Dragoncello a Torrino, da San Basilio a Gregna Sant’Andrea – hanno affollato piazza del Campidoglio per protestare contro il progetto di acquisizione da parte del Comune di 1.040 immobili Enasarco, destinati a diventare nuove case popolari.

Il flash mob, ribattezzato “Quartieri a rischio”, ha trasformato la piazza in un mosaico di testimonianze e preoccupazioni: famiglie, giovani coppie, anziani e piccoli proprietari si sono ritrovati per difendere quello che definiscono “un diritto acquisito, conquistato con mutui trentennali e sacrifici”.

L’incontro con l’assessore Zevi: “Nulla di fatto” secondo i residenti

Una delegazione è stata ricevuta dall’assessore al Patrimonio Tobia Zevi. Ma il confronto, raccontano i manifestanti, “non ha prodotto aperture né rassicurazioni”.

Al fianco dei residenti, i consiglieri comunali Fabrizio Santori (Lega) e Mariacristina Masi (FdI), che hanno partecipato all’incontro chiedendo una revisione della delibera e maggiore trasparenza. Anche il loro intervento, riferiscono i comitati, “non è bastato a smuovere l’Amministrazione”.

“Una delibera che calpesta i diritti di chi si è fatto un mutuo”

Il nodo della protesta è chiaro: secondo i residenti, l’operazione trasformerebbe immobili acquistati a prezzo di mercato in alloggi popolari, con un inevitabile deprezzamento del patrimonio immobiliare.

Molti parlano apertamente di “ingiustizia sociale rovesciata”:

“Non neghiamo l’esigenza di case popolari, ma non può avvenire a scapito di chi ha comprato casa pagando tutto e nei termini”, spiegano dai comitati.

La paura dei “condomini misti”: “Quartieri fragili lasciati ancora più soli”

Altro punto critico è la creazione di condomini misti: appartamenti Erp inseriti in palazzine residenziali già oggi esposte a criticità sociali.

Secondo i cittadini, l’operazione penalizzerebbe soprattutto le periferie già segnate da carenze di servizi, sicurezza e manutenzione. Inoltre, accusano, parte dei fondi comunali destinati alla manovra deriverebbe da mutui che inizialmente erano destinati a scuole, strade e opere pubbliche.

Così i quartieri perderanno risorse essenziali, mentre Enasarco incasserà. A pagare saremo noi, in termini di vivibilità e sicurezza”, denunciano.

Le proposte dell’Amministrazione respinte al mittente

Nel corso del confronto, l’Amministrazione avrebbe avanzato ipotesi come la copertura degli oneri condominiali in caso di morosità degli inquilini Erp e la presenza di mediatori sociali nei condomini.

Soluzioni che i residenti giudicano “tardive, insufficienti e inadeguate”, ribadendo che il dialogo potrà avvenire solo prima dell’approvazione della delibera, non dopo.

L’appello finale: “Unire i quartieri, difendere i diritti”

I comitati annunciano che continueranno con iniziative pubbliche, petizioni e mobilitazioni in tutti i municipi interessati.

Solo una cittadinanza attiva può fermare un’operazione che rischia di compromettere la tenuta dei nostri quartieri e annullare i sacrifici di una vita”, dichiarano.

Il confronto con l’Amministrazione è tutt’altro che chiuso. E la protesta, assicurano i residenti, continuerà.