Ostia – Con il piccone in mano per abbattere il ‘lungomuro’ che a Ostia impedisce la vista del mare, nascosto dalle cabine degli stabilimenti balneari. Al Lido sale la tensione dopo la decisione dell’amministrazione municipale, contrastata dai titolari degli impianti, di aprire martedì scorso i due varchi al mare al pontile, all’altezza degli stabilimenti Elmi e Battistini.  Oggi, sabato 21 giugno, alle ore 11, i Verdi saranno a piazzale dei Ravennati in occasione del 'Piccone Day', l’iniziativa per “liberare l’accesso alle spiagge dal cemento, abbattere il 'lungomuro' e restituire così il mare ai cittadini”. “Ostia è il simbolo della cementificazione del mare e della privatizzazione delle spiagge”, spiega il leader degli ambientalisti, Angelo Bonelli, da anni impegnato nella battaglia “per le spiagge pubbliche e il mare di tutti: “Ostia è il simbolo di come una lobby abbia lottizzato calpestando un bene comune e rubando ai cittadini il diritto non solo ad andare liberamente ma anche semplicemente di poter vedere il mare”, afferma ancora Angelo Bonelli.  L’abbattimento del ‘lungomuro’ continua ad essere un tema ‘bollente’ in questa strana estate, tra bombe d'acqua e pedonalizzazioni 'sgradite'. Inoltre, a partire dalle 15 fino alle 19, si terrà un dibattito aperto dal titolo ‘Una breccia nel lungomuro di Ostia’, al Circolo ‘La pinetina’ in via Grimaldi Casta, 3. Ad organizzarlo i Radicali, il Labur e i cittadini. Tra gli argomenti che saranno affrontati il nuovo piano utilizzo degli arenili e le soluzioni all’erosione. Assobalneari Roma, nei giorni scorsi, aveva condannato la mancanza di rispetto in relazione agli accordi presi nel mese di marzo con il direttore tecnico. 


E questa mattina, in merito all'apertura dei varchi al mare, si è svolta la conferenza stampa di Assobalneari Roma. "Negli ultimi venti anni ci siamo seduti al tavolo con tutte le Amministrazioni che si sono alternate in Campidoglio e in via Claudio, con la consapevolezza di rilanciare e rimodulare la nostra offerta balneare alla città e ai turisti. Forti della nostra esperienza abbiamo fatto proposte diversificandole, strada facendo, nel confronto con l’Amministratore di turno", dichiara l'associazione di categoria in una nota diffusa oggi: "Ci siamo seduti al Tavolo anche con gli Assessori e i tecnici scelti dal Sindaco Marino e dal Presidente del Municipio Tassone, pronti ad attualizzare l’offerta balneare, così come ci viene richiesto dai cambiamenti sociali e culturali. Consapevoli rivendichiamo la richiesta di strumenti da parte della Pubblica Amministrazione adeguati al cambiamento non più rinviabile nell’offerta dei servizi, ogni immobilismo in tale senso non può che essere dannoso. Non ci spieghiamo come mai si continui a ritenere opportuno il diniego dell’istituzione del Distretto Turistico Balneare, visto che in tutta Italia, diversi comparti già esistenti dimostrano un ritorno competitivo del settore, e la conseguente crescita socio economica del territorio.  Ma a distanza di un anno di intensa collaborazione e confronto, condiviso con le altre forze produttive della città di Ostia, ci ritroviamo ad essere additati come colpevoli di impedire la crescita dell’offerta turistica e di privare la cittadinanza dell’accesso al mare. Investiti da una campagna diffamatoria priva di sostanza e fondamento alimentata nel pieno della stagione balneare da una classe politica che ha deciso di interrompere  un  rapporto costruttivo; la stessa classe politica che non è stata in grado di aprire al pubblico le sue spiagge libere quando dovuto, all’apertura della stagione balneare: offrendo un panorama alla città e ai turisti di degrado e pressappochismo amministrativo, tanto da dover occupare i telegiornali nazionali in prima serata".
 

E prosegue: "A questo punto ci chiediamo: il Sindaco Marino e il suo delegato alla gestione del territorio hanno davvero a cuore il futuro di Ostia? E’ il sistema balneare il problema di Ostia? Bene. Perché allora invece di buttare a mare la collaborazione e il confronto lungo un anno con la nostra categoria, accusandola di privare la cittadinanza di un diritto di accesso ad un bene comune, mentendo sapendo di mentire, non ci svelano i loro progetti? Finanche i loro interessi? Un varco aperto in fretta e furia - fuori da un percorso di legalità e condivisione - con l’aiuto delle Forze dell’Ordine può servire soltanto a raccogliere una manciata di consensi e simpatie momentanee. Aperta con forza la breccia, spenti i riflettori della propaganda sul territorio, si apriranno nuovi conflitti e irregolarità, come già accaduto in passato. Testimone l’ordinanza di chiusura dei varchi del 1990. Anche Marino lo sa. L’odio sociale, parafrasando il primo cittadino, nasce dall’ignoranza. Una Amministrazione Pubblica che indebolisce le imprese per mera propaganda politica,  incapace di amministrare la cosa pubblica, rende il terreno fertile per l’infiltrazione della criminalità di ogni ordine e grado. Ostia in tal senso ha già pagato un prezzo, questo sì,  salato".

 

 “Trovo inutile la polemica sui varchi così com'è stata posta. Mi sembra scontato che l'accesso libero al mare dei cittadini e la libera visuale debbano diventare patrimonio di tutti. Trovo più utile per tutti che ci si confronti sul futuro del mare di Roma, sulla qualità dell'offerta balneare e su una strategia di sviluppo turistico. Altrimenti la pianificazione del territorio, oltre che il rispetto della legalità, sarà demandata alla Procura della Repubblica”, afferma il capogruppo del PD in Assemblea Capitolina Francesco D'Ausilio.