Ostia, Immobili Erp di via Fasan. La sentenza del Tar condanna il Comune di Roma
Nemmeno l’Assessore Vivarelli ha detto mezza parola. Parola d’ordine: silenzio in sala. Grottesco l’atteggiamento della Sindaca Raggi che ha tagliato in nastro dello skate park proprio a pochi metri dai palazzi oggetto del contenzioso. Nessuna dichiarazione, nessun sopralluogo post inaugurazione. Nulla. Va detto che il TAR, nel chiedere l’annullamento delle Determine oggetto del contenzioso, ha imputato al Comune di Roma un “eccesso di potere per travisamento dei fatti, illogicità, incongruenza e contraddittorietà manifesta dei provvedimenti impugnati e carenza di istruttoria, avendo omesso di valutare l’impossibilità della Larex di ottemperare alle prescrizioni indicate, essendole precluso l’accesso e l’intervento sugli immobili in rovina”. Del resto il Regolamento Generale Edilizio del Comune di Roma individua nel destinatario dell’intimazione il soggetto che deve provvedere agli interventi di messa in sicurezza dell’edificio, una volta verificata la condizione di pericolo per l’incolumità pubblica, e non necessariamente il proprietario degli immobili.
Questa sentenza apre una pericolosissima breccia visto che, proprio ad Ostia Nuova, non esiste solamente la Larex Spa come gruppo privato che possiede immobili destinati ad Erp. Va ricordato all’Amministrazione del “cambiamento” che anche il gruppo Armellini ha da tempo un contenzioso aperto con il Comune di Roma, vicenda su cui è apparentemente calato il sipario e su cui dal Campidoglio non esce un fiato. Non sappiamo nemmeno se e come sia stata conclusa la perizia sulle “case di ricotta”, affidata alla Agenzia delle Entrate come Ente terzo, visto che il Comune di Roma aveva avanzato una proposta di acquisto distante mille miglia rispetto alle richieste del gruppo Armellini. Si può andare avanti in questo modo esponendo migliaia di cittadini a pericoli di vario genere così come a potenziali sgomberi imminenti? Si può pensare di amministrare una città come la Capitale d’Italia senza avere uno straccio di politiche abitative?
L’unica cosa su cui l’Amministrazione del “cambiamento” si è manifestata, fra l’altro in totale continuità con il passato, è quel fenomeno perverso che prevede di dare soldi pubblici ai privati per fornire, forse, servizi ai cittadini. Parliamo ovviamente del “social housing” e cioè di quella “supercazzola” che, nonostante un ingannevole e suadente nome, non ha nulla a che vedere con la realizzazione di case popolari di proprietà pubblica, con le politiche abitative, o con la riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico ad oggi disponibile. Quando parliamo di social housing parliamo semplicemente di edilizia privata in convenzione e quindi, per l’ennesima volta, della scelta di dare risorse pubbliche a soggetti privati che otterranno anche un ulteriore profitto, un profitto spesso deregolamentato e in linea di massima “calmierato” per una manciata di anni. Queste sono le politiche abitative promosse dall’Amministrazione del “cambiamento”? Del resto cosa possiamo aspettarci da chi tratta sistematicamente l’emergenza abitativa come una questione di decoro o di ordine pubblico.
Pochi giorni fa, proprio l’Amministrazione Municipale, si è vantata dello sgombero di un insediamento abitativo informale ad Ostia Ponente. Nessuno si è chiesto dove finiranno queste persone una volta smantellati i giacigli di fortuna che si erano costruiti. Nemmeno gli Assessori competenti. Probabilmente finiranno a pochi metri dal luogo dove è stato “ripristinato il decoro”. Gli sgomberi, in mancanza di una soluzione abitativa efficace, sono completamente inutili perché spostano il problema di qualche metro senza risolvere minimamente il disagio sociale di chi in quella condizione ci vive per necessità. Ma questo ai grillini non interessa, ciò che conta è lo spot, è la comparsata per far vedere che c’è stato un intervento per ripristinare “decoro e ordine pubblico”. Non va dimenticato che parliamo di esseri umani, di invisibili, di persone che hanno bisogno di aiuto e non certo di essere trattati come sacchi della spazzatura. Serve la consapevolezza che l’emergenza abitativa si deve affrontare nei diritti e nella dignità delle persone, visto che esistono strumenti normativi comunali, addirittura finanziati, come le Delibere 154 e 163. Senza politiche sociali e abitative autentiche , lo sgombero diventa un disumano spot elettorale".
Così in una nota Marco Possanzini, segretario Sinistra italiana X Municipio
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