“In riferimento al mio rinvio a giudizio, stabilito dalla Procura della Repubblica di Roma faccio presente che è mia ferma intenzione presenziare non solo all'udienza preliminare ma anche ad un'eventuale successiva udienza dibattimentale, che si tiene a porte aperte, per dimostrare pubblicamente la mia estraneità ad ogni addebito. Lotterò fino a quando non avrò giustizia! Non avendo nulla da nascondere. Leggendo l'articolo de Il Messaggero in data 16 Novembre, ritengo che sia offensivo nei contenuti per me medesimo e per i lettori dichiarare di aver passato una serata tranquilla, conclusasi con un comizio politico da un balcone. Infatti sono ancora sotto gli occhi di tutti le fotografie pubblicate anche su internet che attestano una selvaggia e violenta aggressione alla mia persona, tanto da rendere necessario un ricovero per le contusioni riportate con codice rosso per funzioni vitali compromesse. Non è un Paese normale quello nel quale una persona apprende delle proprie sorti processuali, nel caso specifico il mio rinvio a giudizio, dalla lettura di un articolo di stampa piuttosto che da un atto giudiziario notificato direttamente al sottoscritto o al mio avvocato. Dov'è garantismo in tutto ciò? Qual'è il diritto di difesa costituzionalmente previsto? A fronte di un processo celebrato sulla carta stampata, piuttosto che nelle aule giudiziarie? Per questo motivo è mia intenzione creare un movimento nazionale garantista per tutelare i cittadini dalle gravi ingiustizie di cui sono vittime”.

Pier Paolo Zaccai