Giornata internazionale delle foreste: stop a cemento ed allevamenti
Roma – Stop al cemento ed agli allevamenti. E' da qui che si deve partire per garantire un futuro al nostro pianeta, tutelandone il patrimonio verde e fermando la distruzione degli habitat che ha ormai superato la soglia di guardia. «Ogni minuto il mondo perde una superficie forestale pari a ben 50 campi da calcio. Soltanto in Italia vengono consumati otto metri quadrati di terreno al secondo – spiega l'Enpa, in occasione della giornata internazionale delle foreste che si è celebrata ieri, venerdì 21 marzo –. Questo dà la misura di quanto sia diventato preoccupante il fenomeno della perdita di biodiversità, sacrificata in nome di interessi economici sempre più distruttivi e pervasivi che, in Cina come in Brasile, in India come in Africa, hanno causato la devastazione di ecosistemi preziossisimi, scomparsi una volta per tutte».
Se non si inverte la tendenza, il pianeta sarà privato dei suoi “polmoni verdi”, fondamentali per la sopravvivenza dell'uomo stesso e per quella di centinaia di migliaia di specie animali fondamentali per l'equiibrio dei sistemi bio-ambientali. Sul banco degli imputati ci sono anche gli allevamenti che, occupando ormai il 26% della superficie terrestre, sono responsabili non solo della distruzione degli habitat - terreni sottratti alle foreste e riconvertiti ad uso agricolo (l'88% dei terreni disboscati dell'Amazzonia è stato destinato al pascolo, così come il 70% a Panama e Costa Rica) - e dell'inquinamento ma, indirettamente, della mancanza di cibo.
«Secondo dati FAO – prosegue la Protezione Animali -, per produrre un chilo di carne occorrono più di 16 chili di foraggi per e circa 15mila litri di acqua; per ottenere la stessa quantità di grano, ne servono invece appena 2mila litri. In altri termini, se le risorse necessarie alla produzione di carne fossero investite per l’agricoltura, probabilmente la fame sarebbe solo un ricordo, mentre oggi solo il 20% della popolazione può nutrirsi in modo adeguato.» L'impatto sull'inquinamento non è meno pesante. Ogni anno gli allevamenti producono oltre 1500 miliardi di tonnellate di deiezioni, alle quali è imputabile l'emissione del 18% dei gas serra (gli autoveicoli ne producono il 14%) A questo bisogna poi aggiungere l'impatto inquinante dei reflui zootecnici, dannosissimi per il mare e per le falde acquifere.
«Se vogliamo assicurare un futuro ai nostri figli – conclude la Protezione Animali – è necessario che ciascuno si assuma le proprie responsabilità fermando “cemento selvaggio” ed abbracciando la scelta vegana o vegetariana, vantaggiosa per il pianeta e per la nostra salute. Di tempo per intervenire né è rimasto poco: è fondamentale agire subito come già disse Einstein e ora J. Rikin e molti altri scienziati.»
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