Cittadini sul piede di guerra: “No a un’operazione opaca che penalizza chi ha comprato casa con sacrifici”. Venerdì 19 dicembre la mobilitazione

Dragoncello (Rm) – Venerdì 19 dicembre i residenti di diversi quartieri romani scenderanno in piazza contro il piano di Roma Capitale per l’acquisto di centinaia di appartamenti ex Enasarco da destinare all’edilizia popolare. La Lega annuncia il proprio sostegno alla mobilitazione.

La protesta dei residenti 

La protesta monta e arriva fino a piazza del Campidoglio. Venerdì 19 dicembre, alle ore 15, centinaia di residenti provenienti da Dragoncello, Villa Gordiani, Nuovo Salario, via Ponzio Cominio e altri quartieri saranno in piazza per dire no al piano di Roma Capitale che prevede l’acquisto di immobili ex Enasarco da destinare a edilizia residenziale pubblica.

Una mobilitazione determinata, che arriva dopo settimane di assemblee condominiali, diffide formali e consultazioni tra legali: i cittadini si preparano a una class action contro un’operazione giudicata “sommaria, opaca e senza confronto”.

A intervenire sulla vicenda è anche il capogruppo della Lega in Assemblea Capitolina, Fabrizio Santori, che annuncia la presenza del partito al fianco dei residenti.

Santori: “Il diritto alla casa non diventi un premio per gli abusivi. Così si alimenta conflitto sociale”

“La Lega sostiene la protesta dei cittadini e sarà in Campidoglio al loro fianco” dichiara Santori.

Il capogruppo critica duramente il percorso amministrativo con cui la Giunta intende procedere: “Roma non può essere governata calpestando i diritti di migliaia di famiglie. L’acquisto di immobili ex Enasarco – spesso ristrutturati, di categoria A/2, con pertinenze – rischia di trasformarsi in una svendita di patrimonio pubblico fatta sulla pelle di chi ha comprato casa a prezzo di mercato, con mutui ancora in corso e anni di sacrifici”.

Per Santori, inoltre, l’operazione rischia di creare tensioni sociali nelle comunità locali: “Il diritto alla casa non può essere trasformato in un regalo agli abusivi, vanificando la legge e il lavoro delle forze dell’ordine. Inserire nuove fragilità in condomìni misti senza adeguata valutazione significa alimentare conflitti, compromettere la sicurezza e mettere a rischio la tenuta dei quartieri”.

L’accusa: “Istruttorie incomplete e delibere in Aula senza approfondimenti”

Il fronte del “no” dei residenti punta il dito contro la fretta dell’amministrazione: perizie non visionabili, accessi agli atti negati, assenza di un vero studio sull’impatto urbanistico e sul rischio di svalutazione immobiliare.

Eppure, le delibere arrivano in Aula per l’approvazione.

Santori incalza: “Serve un rinvio immediato. Le istruttorie non sono complete, le delibere vengono portate in Aula senza il tempo necessario per verificare prezzi, congruità, contesti condominiali e impatto sociale. Si tratta di una forzatura che i residenti sono pronti a contrastare in tutte le sedi – politiche, amministrative e giudiziarie”.

Venerdì il flash mob: i cittadini porteranno testimonianze e documenti

Il flash mob in Campidoglio rappresenta solo la prima tappa di una mobilitazione destinata a proseguire finché il piano non verrà rivisto. I comitati promettono battaglia: “Non ci fermeremo finché non sarà garantita trasparenza e rispetto per chi ha investito in questi quartieri”.