Tra ricorsi, sospensive e provvedimenti la questione dei varchi risulta sempre più ingarbugliata. Ieri il consilgio di Stato ha bloccato il provvedimento del Tar, nel senso che tutto è fermo, sospeso fino alla prossima decisione, che verrà presa il 9 giugno.

Lo Shilling e il Marechiaro mediante l’avvocato Mario Tortora sono riusciti a impugnare la tanto osannata sospensiva, facendo ricorso al Tar che comunque aveva respinto la richiesta.  Le motivazioni si innestano in seno al discorso dell’accesso ventiquattro su ventiquattro attraverso i varchi aperti, che metterebbero a rischio le strutture ricettive. Infatti i cittadini potranno, si accedere agli stabilimenti ma solo nelle ore diurne e nell’orario di apertura degli stabilimenti.

 

"Soddisfazione per i decreti cautelari n. 2015 e n. 2016 dell’08.05.2015, con cui il Presidente della VI Sezione del Consiglio di Stato ha sospeso i provvedimenti di apertura dei varchi di accesso al mare adottati da Roma Capitale - afferma il legale - In questo modo - prosegue la nota - gli stabilimenti balneari destinatari dei suddetti provvedimenti potranno preservare le proprie strutture dall’accesso indiscriminato nelle ore notturne, che si sarebbe venuto a creare con la rimozione dei loro cancelli d’entrata, con tutte le relative conseguenze in termini di sicurezza per le persone e le cose ivi presenti. Si coglie l’occasione, inoltre, per chiarire che i cancelli individuati da Roma Capitale nei provvedimenti impugnati sono delle aperture che non consentono in alcun modo l’accesso diretto al mare, ma permettono esclusivamente di accedere alle strutture ricettive collocate all’interno degli stabilimenti balneari 'La Rotonda' e 'Marechiaro'. Rimarrà intatto, allo stesso tempo, il diritto dei cittadini di accedere liberamente (e senza pagare alcun corrispettivo) al mare attraverso gli ingressi degli stabilimenti, così come è sempre avvenuto in passato". Queste sono state le parole pronunciate dall’avvocato Mario Tortora.


Immediata la reazione del senatore del PD Stefano Esposito: “Incomprensibile balletto tra Tar e Consilgio di Stato adesso basta”. “Sto parlando – prosegue Stefano Esposito – di sospensive date ad horas, quando il Tar riconosce la giustezza dei provvedimenti del Comune di Roma, il Consiglio di Stato le sospende e viceversa; quando addirittura non è lo stesso tribunale a dire prima sì e poi no, o prima no e poi. Oggi l’ultimo episodio: dopo la decisione del Tar di ieri, arriva la sospensiva della Sesta sezione del Consiglio di Stato, con decisione monocratica, che rimanda nuovamente la decisione sui varchi di un altro mese. Io non voglio pensare male, perché ho un grandissimo rispetto per la magistratura di questo Paese, ma è evidente che i cittadini romani devono sapere che anche la migliore politica e la migliore amministrazione, nelle condizioni che ho descritto, fa molta molta fatica ad operare e ad imporre la legalità minima,che ad Ostia, è sotto gli occhi di tutti, è palesemente violata. Urge evidentemente una seria riflessione su una riforma della giustizia amministrativa in questo Paese. Noi non ci fermeremo, ma è arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità, dei ritardi e di queste incomprensibili sospensive ‘a chiamata’ “.