Continua il dibattito sulla possibile tassazione del comparto giochi per coprire la mini-Imu per il 2014. L’atteggiamento del governo sull’ulteriore tassazione del settore del gioco a distanza è ambivalente. Se da una parte si vuole giustamente limitare il rischio di ludopatie, da un’altra parte lo Stato riconosce che il gioco è una fonte certa di entrate per le casse dello Stato. Secondo il ministro degli affari regionali e delle autonomie, Delrio, sarebbe auspicabile che il settore diventi sempre più fonte di entrate senza però aumentarne la presenza, soprattutto nel settore terrestre e delle sale slot, settore ancora non propriamente disciplinato. Il comparto, nel complesso, includendo dal lotto ai casinò on-line con licenza dei Monopoli di  Stato operanti in Italia, come i colossi del gambling internazionale Bwin e William Hill sono una parte importante delle entrate nelle casse dello Stato. Nonostante il dibattitto pubblico sul gioco a distanza, il settore nel 2013 è andato in calo. Secondo i dati pubblicati, dal gennaio a novembre 2013 le entrate totali (imposte dirette e indirette sul gioco) registrano -56 milioni di euro in meno rispetto al 2012, con un totale pari a 11.749 milioni di euro. In particolare in calo le imposte dirette dal lotto, lotterie e casinò online, con un calo pari a un milione di euro, attestandosi a 11.457 milioni di euro. Ancora più marcato il calo pari al 16.2% sugli incassi totali relativi ai giochi pari a 6.234 milioni di euro. Il governo si trova a bilanciare la ricerca di nuove e ulteriori entrate sotto forma di tassazione dal settore del gioco, senza però limitarne la possibilità di crescita e relativo contributo erariale. Al governo la difficile posizione di rispondere a una necessità di incrementare le entrate e non penalizzare il settore, congiuntamente all’esigenza di contrastare il fenomeno sociale delle ludopatie.