Ostia – “La fotografia di Ostia in una domenica pomeriggio di fine aprile mi ha lasciato un senso di profonda tristezza. Degrado, abbandono, incuria. Arrivo sul lungomare e vedo chi entra e chi esce dai varchi aperti degli stabilimenti chiusi. Sono gruppi di giovani in molti casi stranieri, accovacciati sulla spiaggia carichi di bottiglie e di alcol di ogni tipo, con buste bianche e fagotti fai da te. Intorno vestiti buttati, zaini e borse di ogni tipo, una confusione che sa di poche regole. Molti locali bar e ristoranti degli stabilimenti sono chiusi, strano… Tra una settimana apre la stagione balneare. Mi chiedo: dovrebbe essere la settimana del benvenuto! Verso il pontile un po’ di movimento c’è. No, sono solo venditori abusivi padroni della passeggiata e dei marciapiedi. Vado al porto, è semi deserto: forse è il ‘ponte di aprile’, un po’ il tempo non estivo, ma c'è il sole ed il mare è bellissimo!”.


A fare queste riflessioni è Piero Cucunato, vice coordinatore romano di Forza Italia, già consigliere del X Municipio di Ostia e consigliere provinciale. Piero Cucunato, calabrese di nascita ma romano d’adozione, Roma, ed in particolare Ostia ed il suo entroterra, li conosce e li ama. E ci vive. 

“Decido di tornare indietro, ma anche sulla spiaggia libera c’è poca gente”, prosegue la riflessione Piero Cucunato, accompagnato in questa passeggiata da un amico. “Nel tratto tra il pontile e la rotonda, un lungomare abbandonato, nessuna cura del verde e mille cumuli di cartacce volate dal vento. Gli unici che mi guardano se mi fermo, sono i parcheggiatori abusivi sempre più numerosi, i veri padroni del lungomare. Arrivo alla rotonda: è transennata, vicino una macchina della municipale, dentro due vigili, si riparano dal vento. Continuo la mia passeggiata in macchina verso i cancelli, poche auto e tanti stabilimenti chiusi, qualcuno che cammina a piedi si confonde con le prostitute che stanno sedute sui muretti degli stabilimenti. Riavvolgo il nastro e ripenso ad Ostia di qualche anno fa con nostalgia, mi torna il sorriso, ma è un attimo. Rifletto ed esterno al mio amico. L’ identità turistica si sta perdendo: dietro l’ uso di colpe certe sì, ma usate come alibi, enfatizzate agli estremi e figlie di colpe e decisioni romane, di una certa politica di nominati”.


Per non far pagare tutti”, riflette, “hanno fatto pagare pochi, quelli più lontani dal centro, quelli che per anni hanno chiesto l’autonomia, quelli che è giusto non far votare perchè qualcuno li ha mal rappresentati. Sono le tre e sta per iniziare la partita all’Anco Marzio, gioca mio figlio. E’ l’unico momento di gioia della giornata, insieme a quel sorriso nostalgico pensando all’ Ostia di qualche anno fa”, conclude Piero Cucunato.