Ostia - “Forse il consigliere Marchesi non si rende conto ma è estremamente discriminatorio verso il mio popolo quanto da lui dichiarato, ossia che a Ostia in bici ci vanno solo i rumeni”, dichiara Miruna Cajvaneanu, giornalista della testata Romeni a Roma e della Gazzetta rumena, commentando le recenti dichiarazioni del consigliere PdL Pierfrancesco Marchesi, presidente della commissione lavori pubblici del municipio XIII. All’associazione Ostia in bici che il 10 maggio scorso chiedeva maggiori fondi per la ciclabilità, l’esponente politico ha infatti risposto che le “rastrelliere installate nell’area pedonale non sono utilizzate, che l’associazione Ostia in bici è formata da circa dieci persone, che la pista a fianco alla Cristoforo Colombo non è frequentata e che, infine, a Ostia gli unici che vanno in bici sono i rumeni”.

I rumeni non l’hanno presa bene. Si sono indignati e chiedono le pubbliche scuse del consigliere della maggioranza. Oltre ad un pubblico riconoscimento proprio per l’uso frequente delle due ruote sul territorio del municipio XIII. A Miruna Cajvaneanu hanno affidato il compito di esprimere lo sdegno per quello che è, come lo definisce la giornalista, un “fatto discriminatorio”. Comunque, un’uscita decisamente “infelice” dalla quale Salvatore Colloca, capogruppo PdL, aveva subito preso le distanze, come ha notato, “con piacere”, la professionista rumena.

“Poteva essere una bella notizia, una di quelle da farci sentire fieri”, spiega Miruna  Cajvaneanu: “finalmente si parla bene di noi, rumeni. Finalmente qualcuno si accorge delle (tante) nostre qualità. Essere citati per essere utilizzatori della bici non poteva che essere positivo ma qui si coglie “qualcosa” che non quadra che non sfugge a nessuno. Perché distinguere i ciclisti in rumeni e non magari in italiani? E’ questo, poi, che ha fatto notizia. Ed il consigliere Marchesi ha insistito. Non ha negato ma ha insistito in maniera sfortunata ed infelice. Bene ha fatto il suo capogruppo a prendere le distanze”.

“Abituati a essere stigmatizzati a priori, avevamo proprio bisogno di “respirare” un'altra aria. Un'aria pulita, non inquinata, esattamente come l'aria che respira un ciclista nel mezzo della montagna o, meglio, in riva al mare”, prosegue la giornalista. Che, con un pizzico di ironia, continua: “Sembra che a Ostia, sul litorale romano, i rumeni siano conosciuti proprio per la loro passione per il ciclismo. Bello, si direbbe. La cosa va incoraggiata perché ci sono dei romeni eco friendly che preferiscono la bici all'auto ma anche perché, pochi giorni fa, lo stesso presidente del consiglio Mario Monti è intervenuto pubblicamente sull'argomento ciclismo in Italia, elogiandolo e confessando che lui stesso è un appassionato. “Un mezzo “intelligente” da più punti di vista, quello economico e quello ambientale”, ha detto il premier”.

“E invece no: il fatto che ci siano tanti rumeni che vanno in bici, paradossalmente, sembra sia diventato una maledizione”. Poi la risposta tranchant di Marchesi. “Ci sentiamo offesi”, aggiunge Miruna Cajveanu: “e se anche si sentisse offeso un solo mio connazionale sarebbe grave. Anche se continuo a pensare alla parte “buona” della notizia.
Se davvero i rumeni di Ostia sono così bravi a “pedalare”, non vogliamo solo le scuse pubbliche di Marchesi verso la comunità rumena. Vogliamo anche un premio collettivo da parte dell'amministrazione per tutti i ciclisti rumeni del litorale. Sarebbe un primo passo per rovesciare certi stereotipi”, conclude.