Ostia antica - Concepito in occasione della mostra “Chi è di scena! Cento anni di spettacoli a Ostia antica (1922-2022)”, che ripercorre la storia delle manifestazioni che si sono tenute, e che ancora si svolgono, nel teatro romano (la mostra è promossa dal Parco archeologico di Ostia antica, curata da Alessandro D’Alessio, Nunzio Giustozzi e Alberto Tulli, con l’organizzazione di Electa), il percorso progettato da Stefano Boeri Architetti offre al visitatore una nuova esperienza di fruizione degli spazi di uno dei due siti archeologici, insieme a Pompei, più grandi del pianeta con un’area di 170 ettari.

Con l’obiettivo di creare spazi che abbiano un linguaggio estetico contemporaneo, realizzati con strutture smontabili e riutilizzabili in futuro secondo le esigenze del parco archeologico, il progetto di allestimento denominato “Quattro Volte”, consiste nella realizzazione di quattro strutture modulari all’interno dei fornici esterni del Teatro Romano. Un Teatro costruito, secondo diverse fonti, sotto l’imperatore Augusto e ristrutturato nel 1926 dall’archeologo Guido Calza. Ogni struttura, semi-aperta ai suoi lati, ospita al suo interno un abaco di soluzioni pensate per appoggiare, appendere o esporre all’interno delle teche gli oggetti della mostra, ispirandosi così all’aspetto originario del teatro romano, in particolare alla forma archetipica dell’arco a tutto sesto (pur senza alcuna intenzione di proporre una ricostruzione filologica degli elementi mancanti della struttura antica).

L’allestimento di ogni modulo varia in base alle esigenze curatoriali e mira a creare un percorso espositivo che accompagna il visitatore attraverso i cento anni di rappresentazioni teatrali classiche, a partire da quelle più antiche fino agli spettacoli più recenti, che ancora oggi vengono messi in scena nella suggestiva cornice del Teatro Antico -capace di accogliere fino a 2.800 spettatori. I dispositivi progettati per l’allestimento si ispirano ad alcune forme e principi del teatro antico: l’anfiteatro in rapporto con lo spettatore a 360°, il proscenio inteso come podio, le gradinate che consentono una maggiore visibilità in uno spazio ridotto, o la forma della volta di copertura, che vuole sottolineare il carattere prezioso degli oggetti custoditi al suo interno. Tra questi, hanno particolare valore museografico i bozzetti e modellini in scala realizzati da Mario Sironi e Duilio Cambellotti così come una serie di documenti d’epoca, quali libri, giornali e fotografie, provenienti dagli archivi della Biblioteca Museo Teatrale SIAE, dell’INDA, di Cinecittà Luce e degli artisti, tra cui l'Archivio dell'Opera di Duilio Cambellotti, oltre che da numerose collezioni private come la Collezione Andrea Sironi-Strauβwald.

Un’attenzione particolare è dedicata alla scelta dei materiali utilizzati, dettata dai criteri di sostenibilità e rapporto con il contesto, uniti ad aspetti di sicurezza e resistenza agli eventi atmosferici. La struttura del modulo espositivo è composta da tubolari in acciaio che costituiscono il telaio al quale si agganciano gli elementi di rivestimento verniciati in grigio. Un sistema di tende oscuranti all’ingresso di ogni portale impedisce, invece, il contatto diretto dei materiali esposti con i raggi solari rispondendo così alle esigenze di conservazione dei documenti cartacei e dei costumi di scena storici e, in particolare, ai fini di garantire il controllo dell’illuminazione all’interno del modulo.

L’illuminazione delle vetrine, realizzata con LED inseriti a incasso nell’allestimento, tiene conto dei valori di conservazione delle opere esposte. Anche temperatura e umidità vengono controllate con un sistema passivo tramite l’inserimento di un materiale di assorbimento specifico, a seconda della morfologia delle teche stesse, oltre a igro-termometri.

La mostra sarà aperta al pubblico fino al 23 ottobre 2022.