Roma- L'avvocato Giuseppe Lipera ricorda in una lettera la grande amicizia che ha condiviso con un grande personaggio della televisione italiana: Enzo Tortora.

"A Catania la famiglia di Turi Ferro, grande attore italiano, lamenta – ed ha ragione - che la Città non fa molto per ricordare l’illustre e noto artista etneo. In Italia, a livello nazionale, il 18 maggio si vuole ricordare il mitico Enzo Tortora, giornalista televisivo nazional-popolare, che, suo malgrado, fu protagonista di una grande ingiustizia che ovviamente le giovani generazioni non conoscono e che, secondo me, si ha l’obbligo di far conoscere.In questo caso però, qualcuno della famiglia, si lamenta di questo.Che dire?


Aveva ragione Antoine quando cantava : “… qualunque cosa fai sempre pietre in faccia prenderai”? Allora, io vorrei dire solo che dal 18 maggio 1988, ogni anno, io e un gruppo di amici abbiamo sempre voluto ricordare Enzo Tortora, in silenzio, per commemorarlo, per ricordare e far sapere a tutti coloro che erano ignari della grave ingiustizia che egli ha subito, che deve servir da monito per gli altri. Poi sono nati i network ed allora abbiamo pensato di divulgare ancora di più l’iniziativa.


Fu così che nel 2008, a vent’anni dalla sua scomparsa, abbiamo voluto organizzare un convegno nazionale a Napoli con la presenza tra gli altri di Francesca Scoppeliti, sua compagna, dell’Avv. Raffaele Della Valle, suo difensore, dell’Avv. Giuliano Pisapia.Non ci siamo fermati e siamo andati sempre avanti.


L’anno scorso, 2011, davanti ai Palazzi di Giustizia di tutta Italia, saremmo stati si e no alcune persone a fare un minuto di silenzio per ricordare Tortora ed il suo martirio, per far pensare un attimo agli innocenti che vengono arrestati e ingiustamente condannati.
Enzo Tortora, è vero, non fu mio padre, ma fu mio amico, lo conobbi nell’estate del 1985 e ci frequentammo per quasi tre anni; lo andavo a trovare a casa a Milano, in via Dei Piatti 8, quando Lui era agli arresti domiciliari, e gli fui vicino il grande giorno in cui fui assolto e anche dopo.


Posso dire a gran voce che il suo incontro mi cambio la mia vita professionale, perché servi a farmi capire tante cose; divenni penalista grazie ad Enzo Tortora! E ora cosa dovrei fare? Dimenticarmene? Perché a qualche suo parente da fastidio tutto questo? Enzo Tortora pubblico appartiene alla storia italiana, alla storia giudiziaria di questa martoriata penisola, e non è colpa nostra, tuttavia abbiamo il dovere di ricordarlo e di strumentalizzarne la popolarità, ripeto: strumentalizzarne la popolarità. Lui mi disse un giorno, uscendo da una ennesima visita di un carcere: “ Caro Peppino, anzi caro avvocato, non tutti hanno la fortuna di chiamarsi Enzo Tortora, però sono rinchiusi qui dentro e sono innocenti e io ho sento il dovere, attraverso la mia notorietà di aiutarli, così come posso.” Grazie Enzo, grazie di essere esistito su questa terra; noi non ti dimenticheremo e cercheremo di continuare, senza esserne degni, di propagandare il tuo insegnamento."