Bloccato dagli agenti del III Distretto Fidene-Serpentara: il 64enne era considerato il vertice di un vasto traffico internazionale di stupefacenti tra Sud America e litorale romano

Roma – Si è conclusa in un anonimo palazzo del Tufello la lunghissima fuga del “nonno della droga”, un uomo di 64 anni ritenuto dagli investigatori una vera e propria figura storica del narcotraffico romano. Latitante dal 2006, al centro di un circuito internazionale di spedizioni di cocaina dal Sud America al litorale della Capitale, il 64enne è stato arrestato dagli agenti del III Distretto Fidene-Serpentara. L’uomo era già finito in manette in Perù nel 2024, ma era riuscito a far perdere nuovamente le proprie tracce.

Diciotto anni in fuga: il profilo del latitante

Sul suo capo pendeva un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Roma, in seguito a una condanna definitiva per traffico internazionale di droga. Nonostante la latitanza, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 64enne avrebbe continuato a orchestrare da oltre oceano il flusso degli stupefacenti diretti nella Capitale, mantenendo rapporti con corrieri, intermediari e contatti negli snodi sudamericani del narcotraffico.

Una figura silenziosa ma influente, capace – secondo gli investigatori – di muovere ingenti quantitativi di droga sfruttando una rete consolidata negli anni.

Il blitz al Tufello: appostamento e cattura

La sua fuga si è interrotta nel tardo pomeriggio di ieri. Gli agenti lo hanno individuato in una palazzina del Tufello, quartiere che le forze dell’ordine indicano come area ad alta densità criminale, dove omertà e resistenza ai controlli rappresentano ancora un ostacolo alle indagini.

Dopo ore di osservazione, i poliziotti hanno visto il 64enne uscire con passo cauto e sguardo vigile, atteggiamenti tipici di chi teme di essere riconosciuto. A quel punto è scattato il fermo: l’uomo è stato circondato e bloccato senza possibilità di fuga.

Destinazione Rebibbia: quasi 15 anni da scontare

Ultimate le procedure di identificazione, il “nonno della droga” è stato trasferito nel carcere di Rebibbia, dove dovrà scontare 14 anni, 9 mesi e 28 giorni di reclusione.

Con la sua cattura si chiude un capitolo lungo quasi vent’anni e si infligge un nuovo colpo alle organizzazioni criminali che, nel tempo, hanno alimentato il traffico di droga nella Capitale.