“Sciopero dell’ombrellone”: la protesta parte da Ostia
Ostia – Ombrelloni chiusi sulle spiagge questa mattina in occasione dello sciopero indetto dalle quattro principali associazioni di categoria contro il governo responsabile di non aver tenuto fede alle promesse fatte. Da Ostia ad Anzio passando per il Circeo e Sperlonga saranno almeno 800 gli stabilimenti che fino alle 11 del mattino non garantiranno ai bagnanti i consueti servizi. Né lettini né animazione né baby-parking anche se in alcuni impianti i balneari organizzeranno delle iniziative di sensibilizzazione per informare i clienti sui problemi della categoria.
Ad aderire alla mobilitazione Sib – Confcommercio, Fiba – Confesercenti, Assobalneari Italia – Confindustria e Balneatori – Cna, che hanno condiviso un’iniziativa su tutti i litorali italiani. Obiettivo? “Convincere il governo” ad un confronto con le categorie e predisporre subito un provvedimento legislativo sulla riforma delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo. Insomma, come annunciato nei giorni scorsi da Graziano Giannessi, vicepresidente vicario del Sib, in arrivo una “serie di infuocate proposte”. Saranno coinvolti in tutta Italia circa 30.000 stabilimenti balneari dove sono impiegati tra i 600mila ed un milione di impiegati. E “se le risposte non saranno soddisfacenti, siamo pronti a continuare anche nei mesi invernali nelle piazze delle grandi città”, aggiunge Giannessi. Per un inverno torrido.
Alla base della protesta l’applicazione della direttiva Bolkenstein, la norma comunitaria che dovrebbe entrare in vigore a partire dal prossimo 1 gennaio 2016. Se diventasse operativa, si avrebbe una messa all’asta a rotazione delle imprese con cadenza stabilita. Si parla di cinque anni, per cominciare. Una rovina, commentano i balneari. Che non potrebbero più investire nelle aziende con gravissime ricadute occupazionali e turistiche.
Alla direttiva i balneari replicano invitando il governo a redigere un documento a tutela della categoria e dei posti di lavoro delle migliaia e migliaia di impiegati del settore e di tutto l’indotto. Il dialogo con il governo centrale, infatti, si sarebbe interrotto ormai dall’inverno scorso. Per questo oggi la mobilitazione che rischia di non rimanere un evento isolato.
Gli imprenditori invitano piuttosto gli eventuali imprenditori italiani ed europei ad investire sul 75 per cento delle coste italiane, che è libero da concessione. “Se si vuole aumentare la concorrenza bisognerebbe assegnare lì le nuove licenze, ha affermato in più di una occasione Ruggero Barbadoro, presidente regionale Fiba/Confesercenti nonché titolare dello storico stabilimento Venezia di Ostia.
La protesta dei mesi scorsi aveva portato all’apertura di un tavolo tecnico tra governo e associazione per studiare un documento di rinnovo delle licenze capace di soddisfare la Ue, sottolineando la peculiarità del sistema balneare italiano, definito un unicum nel panorama europeo. Il confronto si è però fermato. Ed i balneari sono sul piede di guerra. Pronti a difendere i loro diritti ed il turismo.
Oggi sulle spiagge si vivrà una giornata particolare anche perché in moltissime località i balneari hanno previsto di alleviare i disagi del solleone organizzando diverse manifestazioni. Leggendo il depliant con i motivi della protesta i clienti potranno consumare gratuitamente la colazione, gustare fette di cocomero, melone e frutta fresca o magari pizza o focaccia calda. Anche l’aperitivo o il caffè sarà offerto dagli imprenditori insieme a giochi di animazione, concorsi di bellezza o di forza: c’è chi ha in programma perfino una mini-olimpiade sulla sabbia.
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