“Violenza sulle donne e violenza digitale: servono identità digitale obbligatoria e leggi più severe sul revenge porn”

Roma - Io denuncio. Lo faremo tutte. Ma vogliamo di più: basta anonimato sul web”.

Così Beatrice Lorenzin, vicepresidente del gruppo Pd al Senato, interviene sul caso del gruppo “Mia Moglie” e del portale “Phica”, dove – racconta – “sono state pubblicate, commentate e manipolate in modo degradante anche mie foto, insieme a quelle di tante colleghe e di centinaia di donne inconsapevoli”.

La violenza digitale sulle donne

Questo dimostra, ancora una volta, che la violenza digitale di genere non è un fenomeno marginale, ma un attacco sistematico alla dignità delle donne. Per questo – spiega Lorenzin – ho deciso anch’io di sporgere denuncia penale. Eppure, a oggi, le foto rubate, manipolate e accompagnate da commenti sessisti e violenti restano online, con conseguenze gravi e concrete sulla vita e sulla sicurezza delle persone. E’ inaccettabile”.

“L’indignazione non basta”

“La reazione di mezza giornata non basta. Sottovalutare l’anarchia che prospera sul web, alimentata dall’anonimato e da un diffuso senso di impunità, non è più sopportabile. - prosegue Lorenzin - Non esiste una realtà parallela: il web entra ogni giorno nelle nostre vite”.

Identità digitale e nuove regole

“E' ora di introdurre l’obbligo di identità digitale per l’accesso al web – conclude la senatrice dem – ed estendere la legge sul revenge porn. Servono strumenti che permettano l’oscuramento immediato dei siti e dei forum che diffondono immagini senza consenso, insieme a pene certe e proporzionate, sia per chi gestisce queste piattaforme, sia per chi pubblica o condivide i contenuti. Solo così sarà possibile contrastare davvero una violenza che si nutre di anonimato e impunità”.