“Un primo passo che a Spinaceto permette di restituire decoro, sicurezza e dignità a un luogo simbolico del nostro territori a lungo abbandonato al degrado e all’incuria”

Roma – "Dopo mesi di sollecitazioni e atti formali, finalmente sono iniziati i lavori di sfalcio e bonifica dell’area circostante la Torre Brunori a Spinaceto. Un primo passo concreto che consente di restituire decoro, sicurezza e dignità a un luogo simbolico del nostro territorio, troppo a lungo abbandonato al degrado e all’incuria”.

Lo dichiarano i consiglieri di Azione in Campidoglio, Flavia De Gregorio e Antonio De Santis, e al Municipio IX, Marco Muro Pes e Fulvio Bellassai.

L’impegno del Comitato di Quartiere Tor de’ Cenci – Spinaceto – Tre Pini – Castel di Decima

Un risultato tutt’altro che scontato, frutto di un lungo lavoro di stimolo, collaborazione e pressione istituzionale. Desideriamo ringraziare il Comitato di Quartiere Tor de’ Cenci – Spinaceto – Tre Pini – Castel di Decima per il costante supporto, gli uffici del Municipio IX, ecocompatibili per l'attenzione prestata, e la Presidente Titti Di Salvo per aver compreso che non si tratta solo di rispondere a problemi ambientali e di sicurezza, ma anche di salvaguardare un bene identitario e storico per l’intero quartiere di Spinaceto – spiegano  gli esponenti di Azione - I lavori – avviati in questi giorni e destinati a protrarsi per almeno una settimana – rappresentano solo l’inizio. Ora è necessario portare a compimento quanto ottenuto con un ordine del giorno passato a fine dicembre in Assemblea Capitolina in occasione del bilancio e quanto previsto da una recente risoluzione, votata all’unanimità dal Consiglio municipale: procedere alla presa in carico della Torre da parte della Sovrintendenza Capitolina, garantendo una manutenzione costante e avviando un percorso di valorizzazione culturale in collaborazione con le realtà del territorio. Il nostro impegno continuerà fino a quando la Torre Brunori non sarà restituita appieno alla cittadinanza come luogo sicuro, curato e riconosciuto per il suo valore storico e identitario” concludono.