Roma – Stamattina l’ultimo, commosso saluto a Roberto Mancini, il sostituto commissario della polizia di stato che si è spento il 30 aprile scorso a seguito di una grave malattia contratta nel 2002 per cause di servizio. I funerali del ‘poliziotto eroe’, come affettuosamente era chiamato, si sono svolti alla basilica di San Lorenzo fuori le mura, a Roma. Benché affetto dalla malattia, il funzionario, 54 anni, romano di nascita, ha continuato coraggiosamente a lavorare e a denunciare il ‘business dei rifiuti’ che aveva scoperto nel corso delle indagini e dei successivi sopralluoghi tra il 1997 e il 2001 presso la commissione parlamentare d’inchiesta sul ‘ciclo della mondezza’ e sulle attività illecite ad esso connesse e sui siti di deposito di rifiuti radioattivi e tossici esistenti nella cosiddetta “terra dei fuochi”, la vasta zona compresa tra le province di Napoli e Caserta. I sanitari furono concordi nel riconoscere il nesso di causalità tra la patologia e l’attività di servizio prestata.

 

Il sostituto commissario Mancini aveva prestato servizio dal 1994 al 1997  al Centro Interprovinciale Criminalpol Lazio – Umbria – Abruzzo, dove si era occupato tra l’altro del fenomeno delle ecomafie e del ritrovamento di discariche abusive di rifiuti pericolosi. Dal 1997 la sua attività si era quindi concentrata nel territorio del casertano e del napoletano, ribattezzato in seguito la “terra dei fuochi”. Dopo quattro anni l’insorgere della leucemia, un calvario affrontato con estrema dignità, coraggio e coerenza. Negli ultimi anni aveva prestato servizio al commissariato  San Lorenzo. Nel corso della sua carriera aveva effettuato diverse operazioni che si erano concluse con l’arresto di pregiudicati responsabili di rapine e di traffico di stupefacenti. Era stato inoltre insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica ed aveva ricevuto un attestato di pubblica benemerenza per l’opera e l’impegno svolto in relazione agli interventi della Protezione civile. L’impegno portato avanti con grande professionalità e umanità per contrastare le organizzazioni mafiose coinvolte nel fenomeno dell’ecomafia ha avuto un grande risalto mediatico. Recentemente era stato intervistato nel corso di alcune trasmissioni televisive che si erano interessate del ‘business dei rifiuti’ ed aveva rilasciato delle interviste nelle quali aveva rievocato la sua vicenda personale e le indagini svolte. Da qui il nomignolo di  “poliziotto eroe”. A testimoniare l’affetto della gente stamattina c’era anche una folta rappresentanza dei cittadini di Caivano, piccolo comune campano, che hanno voluto rendergli l’ultimo saluto.  Ai funerali solenni, celebrati dal parroco di Caivano don Maurizio Patriciello erano presenti, oltre ai familiari, il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico, il capo della polizia Alessandro Pansa, il vice capo Alessandro Marangoni, il prefetto Sandra Sarti ed il Questore di Roma Massimo Mazza.