Roma – Scoperta la supernova ‘Assassina’: è 570 miliardi di volte più luminosa del Sole.

ASASSN-15TH - E’ 200 volte più brillante della media delle supernove l'oggetto celeste ASASSN-15lh che potrebbe essere una magnetar a millisecondi, ma il flusso di energia che emette è ai limiti di quanto considerato fisicamente possibile per questo tipo di prodotti dell'esplosione di una supernova. In alternativa potrebbe essere un tipo di attività nucleare, mai osservata prima, attorno a un buco nero supermassiccio.


LA SCOPERTA - E' 570 miliardi di volte più luminosa del Sole, 200 volte più potente di una supernova media e 20 volte più luminosa di tutte le stelle della Via Lattea messe insieme la presunta supernova ASASSN-15lh che è stata identificata dal consorzio internazionale di ricercatori dell'ASAS-SN (All-Sky Automated Survey for Supernovae), che ne dà notizia in un articolo pubblicato su “Science”.


L’ASTRONOMA FILOMENA BUFANO - "L'importanza di questa classe di supernove estreme sta nella possibilità di osservarle anche a grandissime distanze, grazie alla loro estrema luminosità", ha osservato Filomena Bufano, dell’Inaf-Osservatorio astrofisico di Catania, che ha partecipato alla ricerca. "Ma la comprensione dell'origine fisica di questo tipo di oggetti è fondamentale anche perché attraverso essi saremo così testimoni dell'evoluzione delle stelle formatesi nelle prime fasi dell'Universo, grazie anche alle grandi potenzialità dei futuri telescopi come lo European Extremely Large Telescope (E-ELT) e il James Webb Space Telescope."


L’IDENTIFICAZIONE A GIUGNO 2015 - Nei primi quattro mesi successivi alla prima identificazione della stella, avvenuta nel giugno 2015, ASASSN-15lh ha emesso tanta energia quanta ne potrebbe emettere il Sole nel suo stato attuale nell'arco di 90 miliardi di anni.



LA PERPLESSITA’ - Questo fatto ha lasciato perplessi anche gli astronomi, che si stanno interrogando su quale possa essere l'enorme fonte di energia in grado di conferire una simile brillantezza a quell'oggetto celeste: "La verità è che a questo punto che non sappiamo quale possa essere la fonte che alimenta ASASSN-15lh", ha detto Subo Dong, primo autore dell'articolo, osservando che la scoperta può portare a nuove idee e nuove osservazioni di tutta la classe delle supernove superluminose.


L’IPOTESI - L'ipotesi più plausibile secondo i ricercatori è che l'esplosione di supernova che ha generato ASASSN-15lh abbia portato alla formazione di un tipo estremamente raro di stella chiamato magnetar a millisecondi, una classe di stelle molto dense in rapida rotazione dotate di un campo magnetico estremamente forte.


LA LUMINOSITA’ - Per giustificare la luminosità osservata, questa magnetar dovrebbe ruotare su se stessa almeno 1000 volte al secondo, e convertire tutta l'energia rotazionale in luce con un'efficienza quasi del 100 per cento. Di fatto, spiegano i ricercatori, sarebbe l'esempio più estremo di magnetar fisicamente possibile secondo gli attuali modelli.



LA SPIEGAZIONE ALTERNATIVA - Ma c'è un'altra caratteristica che rende unica ASASSN-15lh e apre le porte a una spiegazione alternativa. Tutte le supernove superluminose finora osservate si trovavano in galassie piccole e fioche, che sfornano stelle giovani a un ritmo superiore a quello della Via Lattea, tanto che gli astronomi hanno ipotizzato che questo tipo di ambiente galattico sia in qualche modo in stretta relazione con la formazione di questo tipo di supernove. La galassia in cui sembra trovarsi ASASSN-15lh è invece ancora più grande e luminosa della Via Lattea; per questo gli astronomi non escludono che in realtà ASASSN-15lh – situata a 3,8 miliardi di anni luce circa – si trovi in una piccola e debole galassia compagna finora sfuggita alla rilevazione perché coperta dalla luce dell'altra.


IL TELESCOPIO SPAZIALE - Se invece il telescopio spaziale Hubble – che prima della fine dell'anno si dedicherà all'osservazione dell'oggetto - confermerà che si trova nel centro di una grande galassia, è improbabile che si tratti di una magnetar, e ciò aprirebbe la strada all'ipotesi che l'energia provenga da un'insolita attività nucleare attorno a un buco nero supermassiccio. (Le Scienze edizione italiana di Scientific American)