Roma - Quest'era il titolo de La Gazzetta dello Sport Lunedì 10 Giugno 2006, all'indomani dell'ormai per noi leggendaria finale dell'Olympiastadion di Berlino. "Una volta è un caso, due volte è una coincidenza, tre volte è indizio, quattro volte è una prova", diceva Hercule Poirot. L'Italvolley maschile ha completato il proprio percorso all'Europeo di pallavolo con nove vittorie su altrettante gare giocate.

Questa squadra è partita dall'eliminazione ai quarti al torneo olimpico e, nel giro di poco più d'un mese, è arrivata a questo risultato. Insomma, i ragazzi di mister Ferdinando Di Giorgi, da questo punto di vista, hanno fatto come quelli di Mancini, vincendo subito dopo "le macerie". Di quel sestetto sono rimasti solo 6 elementi, tra cui gli esperti Simoni (Giannelli ed Anzani), ai quali sono stati aggiunti 8 esordienti (uno di lor risulterà, alla fine, determinante). 11 Giorni dopo il loro scontro nel girone B, Italia e Slovenia sono tornate ad incrociarsi ma, stavolta, non c'erano in palio dei punti, bensì il titolo (il quale mancava dai nostri confini da 16 anni, un tempo leggermente più lungo di quello intercorso tra Germania 2006 ed Euro 2020).

Coach Giuliani ha cambiato decisamente la propria compagine dopo quella sconfitta, portandola a giocare la sua terza finale continentale, inserendo giocatori esperti. La scelta paga nei sets dispari, mentre nei pari si impongono gli Azzurri: in particolare, nella seconda metà del quarto, ecco il cambio decisivo. Viene chiamato in causa il mancino Yuri Romanò, ventiquattrenne brianzolo ma trasferitosi a Bergamo, che entra subito in partita mettendo a segno 6 punti e contribuendo a scrivere il 2-2.

Si giunge così al tie-break, ed i nostri avversari partono a spron battuto, portandosi subito avanti 3-0: qui il nostro Allenatore chiama il time-out e si fa sentire, esattamente come avevano fatto Blengini con le donne ed il Mancio a Wembley. A Questo punto gli italiani, spinti anche dai tifosi polacchi (i quali, giustamente, ce la avevano con i nostri dirimpettai a causa del risultato della semifinale del giorno prima), si "trasformano", diventando delle vere e proprie furie. Prima annullano lo scarto con un contro-break (3-3), poi vanno in vantaggio e prendono il largo, e a quel punto per i pallavolisti dall'altra parte della rete è troppo tardi per recuperare. Dopo Amsterdam, Londra e Belgrado il nostro tricolore continua ancora a sventolare sui cieli del Vecchio Continente.

Per la terza volta in 2 mesi possiamo gridare sia SIAMO CAMPIONI D'EUROPA che IT'S COMING TO ROME. Ora questi ragazzi arriveranno da favoriti (insieme alla Polonia), al Mondiale dell'anno prossimo, così come i loro "colleghi" calciatori. Ma non è tutto: quello appena conclusosi è il QUARTO Europeo vinto dal nostro Paese in altrettante mesate: d'altronde, come dimenticare l'Eurovision Song Contest? Un solo colore sta coprendo il cerchio verde della bandiera olimpica, e questo è l'azzurro, "protetto e potenziato" dagli dei dello sport. Possiamo continuare ancora a cantare il ritmo di "Seven nations army" (anche se non conosciamo le parole).

Non so voi, ma io ho ancora "fame": ad Ottobre c'è la Nations League pallonara, e si disputerà in Italia (la regola vuole che ad ospitare le ultime gare sia la nazione della squadra vincente il gruppo A della cosiddetta Lega A). Non sarebbe affatto male trionfare pure lì (Spagna, in primis, permettendo).