Tagliati il tribunale di Ostia e il giudice di pace. L’appello a Napolitano

 

Ostia - In barba ai parametri di produttività, efficienza e corretto uso delle risorse il consiglio dei ministri ha dato oggi il via libera definitivo al decreto che prevede il riordino delle circoscrizioni giudiziarie italiane. Tra le sedi tagliate vi sono il tribunale di Ostia, sezione distaccata di quello romano di piazzale Clodio, e il giudice di pace. Inutili al momento tutte le proteste, le richieste, gli appelli e le mobilitazioni. La mannaia dei tagli ha colpito il Tredicesimo.

 

 

 

 Il governo, tenendo conto dei pareri delle commissioni giustizia di camera e senato, nonché di quello del consiglio superiore della magistratura, ha approvato il testo finale che dovrebbe portare ad un risparmio di alcune decine di migliaia di milioni di euro.  La versione definitiva prevede la soppressione di tutte le 220 sedi distaccate di tribunale, tra cui il presidio di via dei Fabbri navali. Approvata quindi la riduzione e l’accorpamento di 31 tribunali e di 31 procure.

 

 

Saranno mantenuti i presidi giudiziari nelle aree ad alta infiltrazione di criminalità organizzata (Caltagirone e Sciacca in Sicilia; Castrovillari cui sarà accorpato il tribunale di Rossano, Lamezia Terme e Paola in Calabria; Cassino cui sarà accorpata la sezione distaccata di Gaeta nel Lazio) e sarà dotato di una Procura anche il Tribunale di Napoli nord.



Soppressi anche  i 667 uffici di giudici di pace, mantenendo - rispetto alla previsione iniziale - un giudice di prossimità in sette isole (Ischia, Capri, Lipari, Elba, La Maddalena, Procida, Pantelleria) in modo da consentire anche l'eventuale deposito di atti urgenti in casi di irraggiungibilità della terraferma.  Il personale amministrativo e i magistrati restanti, per i quali non sono previsti né esuberi né messa in mobilità, saranno ridistribuiti sul territorio.

 

 

 

Per Ostia si sono avverate le più cupe previsioni. “Il governo non ascolta le proposte del Comitato per il Tribunale Roma due sud e non tiene conto delle esigenze dei cittadini e del territorio. Per questo ci appelliamo al presidente della Repubblica affinché non firmi il decreto  dell’esecutivo Monti che prevede la cancellazione delle due sedi”, ha dichiarato oggi il consigliere del XIII  municipio Alessandro Paltoni, presidente della commissione municipale
per il decentramento e coordinatore del Comitato per il tribunale di Roma due sud.



 

Dopo aver incassato i pareri favorevoli delle commissioni giustizia di senato e camera al mantenimento dei presidi nel Tredicesimo, alla fine di luglio, il comitato auspicava una diversa valutazione da parte del ministro per la giustizia Paola Severino. Le commissioni avevano infatti riferito al guardasigilli
l'importanza dei due uffici che per oltre dieci anni hanno rappresentato un baluardo contro la diffusione della criminalità organizzata e sbrigato circa 10 mila cause all'anno.

 

 

 

“Al presidente Giorgio Napolitano”, prosegue Paltoni, “cittadino ad honorem del XIII chiediamo di non apporre la firma fermando  così l'iter del decreto, un iter viziato in partenza dalla delega che questo esecutivo ha deciso di assegnarsi d'imperio pur di procedere a tagli  indiscriminati”.

 

“A sostegno del lavoro e delle azioni del Comitato, conclude Paltoni, abbiamo trovato il Consiglio degli avvocati di Roma, con l'avvocato  Roberto Nicodemi, che ha aspramente contestato la scelta del governo di eliminare ben 220 sedi distaccate, tra cui Ostia, e 36 tribunali, oltre a quasi l'80% degli uffici del giudice di pace”.

 



La cittadinanza e le associazioni di categoria, che avevano partecipato all'assemblea cittadina organizzata dal Comitato lo scorso 28 luglio, non mancheranno di far sentire la propria voce  contro “lo scellerato disegno di chiusura che, di fatto, cancella la giustizia nel XIII municipio, sebbene le sedi giudiziarie rispondessero a
tutti i parametri disposti dalla legge 148 del 2011 per il loro mantenimento”.

 

 

Anche   l'associazione Colleganza Forense, che rappresenta molti professionisti che lavorano nei 430 studi legali del XIII, si è espressa contro l’eliminazione. Il presidente, Maurizio Neri, ha sottolineato che la soppressione avrà “pesanti ripercussioni sociali ed economiche poiché rappresenterà la negazione di legittimi diritti di molti cittadini”. Sia il consiglio degli avvocati di Roma che
Colleganza Forense sciopereranno il 21 e 22 settembre prossimi.