Ostia, costretta a prostituirsi dopo la promessa di un lavoro in Italia
Portata in ospedale da un’ambulanza del 118, grazie ad una interprete gli agenti del commissariato sono venuti a conoscenza della vicenda. La giovane, tra le lacrime, ha riferito di aver conosciuto un suo connazionale che, dopo qualche tempo, l’ha convinta a trasferirsi con lui in Italia promettendole un lavoro come badante. Una volta in Italia, però, la situazione si è rivelata ben diversa da quella prospettata.
Costretta a vivere in un alloggio di fortuna, privata del cellulare e picchiata per piegarne la volontà, è stata ridotta in uno stato di completa soggezione e costretta a prostituirsi per 10 ore al giorno. Fin quando, approfittando di un attimo di distrazione del suo aguzzino, è riuscita a fuggire e, scavalcato un cancello, ha corso per centinaia di metri riuscendo a nascondersi nella proprietà dove è stata poi ritrovata. Soccorsa e trasportata in ospedale, i medici le hanno riscontrato fratture ed ecchimosi guaribili in 30 giorni.
Sono quindi iniziate le indagini degli investigatori, che hanno confermato quanto denunciato dalla vittima e le sue accuse nei confronti del 26enne, colpito nel frattempo da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’autorità giudiziaria e resosi nel frattempo irreperibile. Il suo tentativo di sottrarsi all’arresto è durato ben poco. I poliziotti, infatti, lo hanno riconosciuto mentre camminava in via di Castel Porziano e lo hanno arrestato. Condotto presso il carcere di Regina Coeli è stato posto a disposizione dell’autorità giudiziaria, alla quale dovrà rispondere di riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale.
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