
Il Consigliere Provinciale Zaccai interviene con dissenso sulla scelta della Regione Lazio di cancellare il reddito minimo garantito per il 2011. Per una volta che l’idea aveva trovato una sua formula concreta e sopratutto attuabile nella realtà del paese, cioè un aiuto economico per le famiglie meno abbienti e per i migliaia di giovani precari, inoccupati o disoccupati che lo abitano, si fa marcia indietro e l’idea torna nella sua sfera platonica. La Giunta Polverini ha infatti cancellato il finanziamento per il reddito minimo garantito previsto per il 2011. La situazione non è delle più rosee neppure per il 2010 infatti ad oggi non sono ancora iniziate le procedure di pagamento (circa 500 euro mensili), né tantomeno si ha notizia sui tempi di attesa per tutti coloro che hanno fatto richiesta del reddito di sopravvivenza . Nella sola provincia di Roma sono oltre 70 mila le domande presentate nel 2009 e circa 135 mila in tutta la regione: di questi grandi numeri i fortunati aventi diritto, indicati idonei, sono solo 7 mila persone. Il diritto al reddito minimo garantito è riconosciuto dall’art. 34 terzo comma, della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue che con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona è divenuta obbligatoria, è riconosciuto altresì dalla Carta sociale europea del Consiglio d’Europa ( artt. 30 e 31) e dalla Carta dei lavoratori comunitari del 1989 (art. 10). Inoltre il Parlamento europeo, con una recente Risoluzione, ha invitato tutti i paesi membri ad adottare sistemi di garanzia di tale diritto, come presupposto indispensabile per salvaguardare la “dignità essenziale” di ogni cittadino europeo. “Se la destra non riconoscerà il reddito minimo garantito - sostiene il Consigliere Provinciale Pier Paolo Zaccai - viene meno ad un suo compito imprescindibile ed importante nel riconoscimento delle garanzie essenziali e fondamentali attinenti alla presenza di un adeguato stato sociale. Non si può considerare destra sociale se manca il sostegno alle fasce deboli. Auspico che la Regione Lazio tenga in considerazione un intervento alternativo in conseguenza all’eventuale soppressione del reddito minimo per il 2011.” Lo Stato sociale (welfare state), è costituito dall’insieme di norme mediante le quali uno Stato cerca di eliminare le disuguaglianze sociali ed economiche aiutando in particolar modo i ceti meno abbienti attraverso la garanzia dei diritti considerati essenziali (assistenza sanitaria, pubblica istruzione, indennità di disoccupazione ecc), il reddito minimo garantito rappresenta uno strumento fondamentale per ogni welfare che si rispetti, non a caso è un modello presente in tutti i più importanti paesi europei: Francia, paesi scandinavi, Olanda, Belgio, Austria. Nel nostro sistema paese non è presente un sistema adeguato di tutele per i disoccupati. Solo il 20% di questi ricevono un’ indennità, mentre in Francia sono il 75%, in Germania l’80%. (fonte: Il sole 24 Ore). Se consideriamo che il 2010 è l’anno della lotta contro la povertà e che il Parlamento europeo si è posto l’obiettivo di far uscire dalla miseria 20 milioni di cittadini europei entro il 2020, il reddito minimo garantito è il mezzo più utile per contrastare questo disagio sociale e rispettare c così i parametri europei.
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