Ostia – Per l’accesso libero e gratuito al mare. Contro qualsiasi forma di speculazione. Prosegue la campagna, avviata lo scorso anno a Ostia, “Riprendiamoci le spiagge”. Oggi alle 17.30 è stata organizzata un’assemblea pubblica a Social beach nel corso della quale gli organizzatori – comitati, forze politiche della sinistra e titolari di spiagge libere attrezzate – tornano a lanciare un appello per l’accesso libero agli arenili.

 

L'estate si avvicina e il litorale romano si appresta ad accogliere i tanti turisti e romani che ogni anno affollano le sue spiagge. “Anche se Ostia, quartiere dormitorio asfissiato dalla speculazione edilizia, non dà spazio a chi vuole sfuggire al caldo ma ritorna in vita per garantire i profitti degli imprenditori”, denunciano i promotori della campagna. Un esempio? Sebbene la legge preveda il libero e gratuito accesso alle spiagge, 53 dei 56 stabilimenti (94,5%) sarebbero “risultati inaccessibili”. E quindi non si può entrare senza biglietto e poggiare liberamente l'asciugamano sulla battigia. “Da anni, ormai”, sottolineano, “i 17,5 km di litorale del Comune di Roma propongono uno scenario di muri invalicabili, tornelli, divieti di sosta ai pedoni”.

 


Un altro dato che fa discutere sono i prezzi decisamente bassi del canone demaniale. Ed ecco che il comitato snocciola cifre e dati. “Basti pensare che lo Stato calcolava nel 2008 di incassare dalle concessioni 215.000.000 euro: in realtà ne arrivarono solo 103 milioni e nel 2009 ancora meno, solo 97 milioni. In media”, spiegano, “uno stabilimento spende ogni anno  per il canone 30 mila euro rispetto  a guadagni di oltre 3 milioni di euro. Anzi, alcuni percepiscono addirittura il triplo. Parliamo di guadagni 300 volte superiori alla spesa. Tutto questo mentre vengono disattese completamente le direttive europee sul tema concessioni”. A questo riguardo, due giorni fa i balneari sono tornati a denunciare la cosiddetta direttiva Bolkenstein, la norma della Ue che prevede la messa all’asta degli impianti. Le associazioni di categoria chiedono, all’unanimità, l’intervento del governo centrale.

 

Per affrontare e discutere di questi argomenti oggi è in programma un incontro alla spiaggia  Social Beach. “Si tratta”, chiariscono al comitato, “di una delle ultime realtà non legate all'imprenditoria delle speculazioni  che rischia di scomparire per colpa di un bando scellerato della giunta Vizzani”.