Ostia - All’indomani della grave morìa di pesci verificatasi al Canale dei Pescatori, a Ostia Levante, la Capitaneria di porto ha effettuato questa mattina una serie di accurati controlli risalendo i canali afferenti al canalone.

Nel timore potesse trattarsi di un disastro ambientale provocato dall’inquinamento, come paventato dai pescatori, i militari della Guardia costiera hanno monitorato i campi adiacenti i canali dove, secondo gli operatori, sarebbero stati utilizzati degli insetticidi e antiparassitari. Non riscontrando però nulla di allarmante. Nel loro attento sopralluogo sono stati accompagnati da esperti, che hanno assicurato che la morìa è avvenuta per “cause naturali”. Dove per cause naturali c’è da intendere l’arrivo del caldo che, sommato al fondale basso, ha causato una paurosa diminuizione dell’ossigenazione delle acque.

 

A farne le spese quintali saraghi, spigole e cefali che ieri mattina galleggiavano al Canale dei Pescatori formando un tappeto biancastro. Franco D’Arienzo, presidente della cooperativa pesca San Nicola, interpellato sull’argomento, non aveva avuto esitazioni nell’attribuire la responsabilità della morìa all’utilizzo di insetticidi all’inizio dell’estate. “Ogni anno succede la stessa cosa: è tempo che le istituzioni, invece di lasciarci abbandonati a noi stessi, intervengano”, ha spiegato. Ed ha aggiunto: “tutto quel pesce pregiato avrebbe dovuto essere sulle nostre tavole a settembre”.

 

Nonostante le comprensibili preoccupazioni dei pescatori, tuttavia, suonano importanti le rassicurazioni della Capitaneria di porto sull’assenza di agenti inquinanti.

E a proposito di inquinamento, è stato il comandante Febbraro che ieri ha interpellato l’Arpa per avere notizie sulle analisi relative ai campioni catramosi prelevati l’8 maggio scorso, quando una “marea nera” invase le spiagge di ponente. All’Agenzia regionale per l’ambiente hanno assicurato che dovrebbero essere pronte a breve, presumibilmente tra mercoledì e giovedì prossimi.