Roma - Una mappatura della città, in particolare strutture pubbliche e private, per scovare manufatti e coperture in amianto o materiali riconducibili, nelle zone più antropizzate del comune. Dispositivi d’intesa con privati e altri enti per lo smaltimento di tutti i materiali che nel post mappatura risultino pericolosi per l’incolumità pubblica. Speciali coperture economiche, da inserire nel prossimo bilancio, per eliminare l’amianto nelle strutture pubbliche o di uso pubblico. E convenzioni con i cittadini che, per difficoltà economiche, non riescano a sostenere i costi per smaltire amianto o materiali pericolosi evitando così di incappare in metodi fai da te, con ulteriore danno alla collettività e per le casse comunali, visto che nelle ultime sessioni di bilancio l’amministrazione ha stanziato circa 400 mila euro per la bonifica delle decine di discariche abusive, che sono spesso anche quelle dove vengono depositati materiali come l'amianto.


Il Pd le ha messe nero su bianco, protocollo 12354, chiedendo un immediato impegno del consiglio comunale e della giunta, sindaco in primis.

“Solo negli ultimi 30 anni - spiega il consigliere comunale del Pd, Paolo Calicchio - l'attenzione si è spostata sulla possibilità di considerare l'amianto un contaminante ambientale presente nelle aree antropizzate. L’edilizia privata, in considerazione dell’estrema flessibilità di questo materiale l’ha largamente utilizzato per realizzare migliaia e migliaia di abitazioni residenziali e costruzioni di tipo commerciale e stoccaggio merci e alimentari. La sua pericolosità è conclamata e il rilascio nell’ambiente di fibre potenzialmente respirabili rischia di sviluppare patologie cancerose”.

“La Regione Lazio - continua Calicchio - ha pubblicato lo scorso maggio la mappatura dei materiali contenenti amianto  nel proprio territorio ed è stata presentata una proposta di legge per lo smaltimento di materiali cancerogeni. Credo che anche l’amministrazione comunale e il sindaco, responsabili del territorio e dunque della salute dei cittadini, debbano fare la propria parte assumendo il principio di precauzione come riferimento operativo, anche in assenza di sufficienti dati epidemiologici, che comunque a livello nazionale esprimono una incidenza in costante aumento di malattie mortali dovute alla presenza di amianto nell’ambiente cittadino”.