RUBRICA SETTIMANALE DE LA CIURMA, N. 4, AGOSTO:

GIOVANI E POLITICA: PACE Vs ORNELI contro occupazioni e affissioni ideologiche agevolare consigli e progetti giovanili. SDT: La domanda che vogliamo porre questa settimana ai due responsabili politici del sociale minorile del nostro territorio  verte sui giovani e la politica; ci riferiamo nello specifico a fatti di cronaca ultimamente accaduti che hanno visto l’occupazione di spazi pubblici e privati, l’affissione selvaggia o la scrittura con vernice di slogan, da parte di alcune organizzazioni che si richiamano a partiti o a settori della vita politica locale più o meno strutturati nel tessuto urbano del nostro territorio e con trascorsi legati spesso anche a fatti violenti e di cronaca.... E’ giusto fare politica attiva per i giovanissimi? Quali sono i confini del fare politica e del confronto politico con i ragazzi? Qual è il ruolo dell’adulto nella trasmissione di ideali politici di partito nei confronti di un ragazzo? Che ruolo hanno le organizzazioni politiche sui ragazzi? Che ruolo può avere il Servizio Sociale nel controllo di queste dinamiche?

PACE: Nelle ultime settimane ci sono stati degli episodi molto preoccupanti e una escalation di espressione giovanile di stampo politizzante non del tutto corretta; tuttavia sono episodi diversi. Innanzitutto ci sono state certe scritte estremamente ingiuriose che hanno offeso questa amministrazione come tutti i cittadini del nostro territorio prima ancora della Comunità specifica che andavano a bersagliare; ho dovuto personalmente chiamare la Comunità di Sant’Egidio, da sempre dedita alla solidarietà, per scusarmi a nome di tutta la cittadinanza delle offese rivolte e di questi attacchi puerili. Per quanto riguarda le occupazioni di locali pubblici o privati a fine dimostrativo io sono contrarissimo a qualsiasi atto del genere; il locale riferito al movimento politico occupante è stato immediatamente sgomberato e i responsabili denunciati, ma oltre a questi gruppi organizzati abbiamo dei cittadini che a titolo personale stanno occupando da anni e anni, fin dagli anni 70, negozi e abitazioni e questa attribuzione indebita e violenta dovrà cessare al più presto. Addirittura abbiamo organizzazioni, associazioni e partiti politici del territorio che occupano spazi della collettività; sono indignato per questi atti di violenza prima ancora che per quelle dei ragazzetti politicizzati perché gli adulti devono dare il buon esempio. Partiti Politici presidiano locali indebitamente pur avendo la possibilità finanziaria di pagarsi un affitto; questo mette in difficoltà l’amministrazione pubblica e per il messaggio che lanciano anche i Servizi Sociali deiditi ai minori. Ho saputo che qualche collega del municipio era presente a queste occupazioni da parte delle organizzazioni giovanili e mi dichiaro totalmente contrario a questa presenza e partecipzione che lancia messaggi preoccupanti; sugli slogan inneggianti alla rabbia o su qualsiasi cartello di questi gruppi giovanili occorre fare un distinguo e esaminare isolatamente il contenuto. Se si inneggia alla rabbia ma proponendo una risposta pratica a qualche disagio sociale o culturale allora possiamo anche passarla; la rabbia difatti è un’energia che se finalizzata al miglioramento o al cambiamento costruttivo può essere anche l’espressione di una voglia positiva. Certamente se questi messaggi che vediamo nelle nostre strade sono solo uno stimolo all’odio e allo scontro allora vanno sicuramente oscurati e i motivi di tale gesto studiati e compresi; se i giovani voglino dare consigli e contrinuire al miglioramento delle condizioni di vita della loro categoria e della collettività possono attraverso il nostro Assessorato, al Servizio Sociale, collegarsi ai moltissimi spazi del Volontariato che mettiamo a loro disposizione e saranno quindi stimati e agevolati in moltissime altre attività. Ci sono anche progetti finanziati per i giovanissimi; il bando delle idee darà finanziamenti per i ragazzi che hanno delle idee e quindi sollecito questi gruppi a presentare  le loro proposte  o progetti costruttivi che potrebbero anche diventare un futuro lavoro. Se invece lo scopo dell’ operato di questi gruppi giovanili ha una parvenza di cambiamento sociale, slogan fintamente umanitari, delle iniziative isolate di aiuto del prossimo, ma è invece un veicolo di odio e rabbia allora mi sento di condannare decisamente queste organizzazioni e chi con incarichi pubblici e politici potrebbe spalleggiarli. Quello che posso dire è che ci sono Partiti Politici seri  che agevolano il Volontariato Giovanile; altri colleghi che invece si uniscono a queste occupazioni e si mettono sulla scia di questo furore giovanile in realtà fanno il male dei ragazzi e della società che rappresentano.

ORNELI: Nei gruppi giovanili è comprensibile per indole una certa radicalità delle proposte, dei mezzi o degli slogan che adottano; il temperamento giovanile è un’energia molto utile se bene inidirizzato. Dobbiamo comprendere i messaggi che ci inviano e agevolare come amministratori pubbilci e come professionisti del sociale e dell’educazione certe dinamiche e creare gli spazi e i tempi adatti al confronto di questi giovani. Se nvece ci riferiamo alle occupazioni, ai gruppi che imbrattano i muri e lasciano slogan inquietanti carichi di rabbia e di odio sono dell’opinione che va fatto capire che non sono rappresentativi del mondo giovanile locale che è invece ricco di bravissimi ragazzi che fanno arte, sport, volontariato, associazionismo vero. Occorre inoltre considerare che dietro a certi gruppi che commettono fatti di cronaca spesso agiscono delle eminenze grigie e queste invece vanno smascherate; non sono i partiti veri e propri che manovrano questi gruppi, non diamo questo messaggio, ma spesso persone adulte isolate che fanno presa sul temperamento positivo dei ragazzi per trasmettergli rancori personali o spesso passati riferendosi a fatti o a vetuste battaglie che nessuno vuole combattere. Certamente noi amministratori, o politici e senza dubbio gli operatori sociali e i professionisti dell’educazione, i docenti, devono cercare di lavorare su queste dinamiche e trasformarle in proposte positive. Noi politici in particolare oltre tutto dobbiamo bloccare con tutte le forze questa compiacenza politica che è una piaga della sociaetà attuale; gli estremismi rischiano di fare proseliti nei giovani e questo mi preoccupa sempre. La mia fermezza è nell’immediato nella condanna di episodi occupazione o di affissione violenta o di abusi ideologici, come si parla ultimamente, ma dopodiché occorre capire il ragazzo; faccio difficoltà a vedere i ragazzini come nemici e quindi ho bisogno di operatori che miaiutino a capire.

SDT: Qualche anno fa venne avanzata da Zannola la proposta della Consulta Giovanile Scolastica che sarebbe potuta divenire un mezzo di confronto per i ragazzi inserito nel dibattito ufficiale territoriale e contenuto in una prassi dunque civile e sociale. Che fine ha fatto?

ORNELI: L’illuminante idea di Zannola portata avanti seppure con differenze anche da Caliendo è stata una risposta eccezionale ma estremamente coraggiosa, richiedeva tempo; si aprì un dibattito dopo che venne istituita e mentre era in corso d’opera sul rischio che replicasse in piccolo gruppi e gruppetti legati alla politica dei grandi e quindi escludesse tutti quei giovani che invece avrebbero voluto partecipare a progetti comuni aldilà della politica dei partiti e che sono la maggioranza. Ci stavamo organizzando proprio in questo senso quando ahimé cadde la mia amministrazione; certamente non appena possibile cercheremo di riproporre il confronto tra ragazzi in senso partecipativo e rappresentativo. In futuro sono favorevole ai cosidetti Consigli Municipali dei Ragazzi e delle Ragazze; luoghi aperti alla partecipazione di tutto l’universo giovanile e in questo modo elimineremmo i gruppetti strumentalizzati da qualche politico di aprtito a corto di vre idee, progetti e sprattutto professionalità. A Settembre credo proporremo questo progetto del Consiglio Ragazzi proprio stimolati dalla preoccupazione di questa escalation di espressione violenta giovanile e soprattutto dalla voglia di volerli coinvolgere nelle forme democratiche vigenti.

SIMONE E IL BEAU: IL NUOVO CHE AVANZA

Intervista al Direttore della giovane realtà artistica dedicata ai bimbi e che sta conquistando le piazze del nostro territorio

 

SDT: Una brillante realtà nascente quella del Teatro del Beau, figlia di molte esperienze artistiche del nostro territorio dalla Scuola Teatrale delle Emozioni di Paolo Perelli e Caterina Filippini, all’impegno sociale in Nuova Ostia del Teatro Faranume, al circuito professionale e tecnico che circonda il Teatro Nino Manfredi dove mantiene ancora le redini del settore dedicato ai più giovani; c’è un po’ di tutto nell’alchemica realtà vincente dei ragazzi del Teatro del Beau e che in pochi anni ha conquistato i bambini e le loro famiglie sia a livello locale, che comunale e nazionale, salendo per esempio il palco più prestigioso, popolarmente parlando, del nostro territorio come Approdo alla Lettura e aprendosi alla didattica in una Scuola di Teatro a loro affidata con stima e fiducia dall’amministrazione, ad Acilia in una delle zone educative prioritarie e all’interno di una Scuola Statale Pubblica.  Simone, come definiresti questo percorso in breve all’interno dell mondo della Cultura nel XIII° Municipio Romano soprattutto in riferimento a queste nuove iniziative culturali e a questi eventi artisitci di cui, da un paio d’anni a questa parte, si è arricchito il nostro contesto?

SIMONE: Certamente il Municipio è cresciuto moltissimo in questi anni dal punto di vista culturale e artistico; molti referenti politici hanno creduto nelle realtà locali ed emergono le capacità di chi ha merito nel settore e di chi si mette completamente in gioco. Prova di questo è la fiducia “bipartisan” concessa ad alcuni, tra cui noi, segno che le varie amministrazioni fanno prosegire nei progetti chi si dedica veramente all’arte e alla cultura con professionalità magari escludendo altre finalità. Tuttavia il nostro territorio ha un andamento strano delle volte fatto da percorsi particolari che spesso non seguono dinamiche del tutto logiche; per quanto riguarda questa manifestazione “Un Palco al Parco”, che quest’anno noi del Beau organizziamo per la prima volta, abbiamo cercato di coinvolgere persone e organizzazioni nel segno della professionalità e della novità, ma soprattutto “pulite”, realmente gruppi diversi, preferendo di impiegare, in questo piccolo spazio di tempo conquistatoci con il bando pubblico, la maggior parte delle realtà esprimibili del locale. Avremmo potuto puntare molto di più su di noi, esclusivamente sulle persone della nostra organizzazione, sui nostri amici, promuovere la nostra scuola o la nostra metodologia, ma non l’abbiamo fatto per far triofare proprio la pubblica utilità dell’iniziativa e non logiche di mercato o commerciali; crediamo che il segreto di tutto sia utilizzare i preziosi fondi pubblici e i soldi dei cittadini non lucrando o capitalizzando per fini propri, ma impiegando proprio i cittadini, nel loro maggior numero e nelle loro realtà artistiche e culturali, nel progetto che abbiamo l’onore di gestire per il primo anno ma che stiamo già predisponendo e studiando per la prossima estate. Certamente essendo la prima edizione ci saranno sicuramente delle cose da migliorare e sarò prontissimo a trovare le “pecche” e far sì che tutto sia ottimizzato al meglio; d'altronde chi mi conosce sa che sono un irresistibile perfezionista.

SDT: La vostra realtà, come molte in questi anni, ha dedicato particolare attenzione al mondo dei minori; il teatro del beau è nato da una costola di Scenari Paralleli di Paolo Perelli ideata per i bambini, da un settore dedicato esclusivamente ai ragazzi e la vostra gavetta è avvenuta nelle scuole per molti anni. Molto spesso capita che questi eventi culturali, artistici e sportivi locali privati e pubblici, sebbene coinvolgano massivamente minori e famiglie promuovendosi sul territorio attraverso giornali, televisioni e materiale informativo di ogni genere e precisamente curato,  tuttavia non si raccordino con le Istituzioni più direttamente adibite al settore minorile e alle figure professionali che quotidianamente lavorano nel settore socio sanitario e che dovrebbero tenere le fila di una Politica Giovanile a 360°, evitando magari di spezzetare e separare le realtà socio culturali di uno stesso territorio in mille iniziative scollegate e decontestualizzate. Un Palco al Parco, fortemente incentrato sul mondo dei bambini, ha tenuto in considerazione l’Assessorato Sociale/Scuola, gli Assistenti Sociali, gli Educatori e gli Operatori Sociali Pedagogici insomma le figure di riferimento del nostro sistema locale minorile?

SIMONE: Hai ragione. Ti ripeto che essendo la prima edizione certamente dovremo migliorare certi aspetti organizzativi e certi contatti privilegiati con il mondo dei professionisti pubblici dei minori; molto spesso capita che per star dietro con mille sforzi alla gestione tecnica dal punto di vista culturale e artistico ognuno rimaga abbastanza chiuso nei propri ambiti e nei propri circuiti. Credo che questo sia oggettivamente un limite e credo che tu abbia ragione nel coinvolgere le scuole, i docenti, gli educatori, gli assistenti sociali, ma soprattutto i dirigenti dei servizi sociali minorili, ler persone che possano quindi trasformare queste iniziative ed eventi in opportunità comuni della cittadinanza, ad essere un denominatore comune per la gente malgrado tutte le diverse attività di cui questo municipio è sempre più ricco. Cercherò di fare di tutto per dare visibilità a questo comparto professionale cercando di mettermi in contatto al più presto con i referenti e garantendo gli spazi informativi dove lasciare anche del materiale informativo; in particolare per voi della ciurma c’è l’invito ufficiale a lasciarci magari il vostro giornale e ad essere presenti nel seguire l’iniziativa magari organizzando uno Stand Scout con i Capi delle Aquile Randagie.

SDT: Sono contento che ci sarà da parte tua questo impegno; si unirebbe in questo modo un ottimo modo di lavorare dal punto di vista tecnico ad una chiara sensibilità sociale e istituzionale riferita alle figure che , mi ripeto, tengono in mano la quotidianità della vita minorile professionale e pubblica. Usciremmo così da una logica legata alla performance, all’evento e all’iniziativa singola di quello o questo gruppo di  privati o dell’illuminata idea di questo o quel politico e ci avvicineremmo ad una gestione più stabile e solida della vita minorile di un territorio. Ci prometti anche che un delegato del Teatro del Beau dal prossimo anno segierà anche ai tavoli minorili per portare il proprio contributo informativo e propositivo nella rete della realtà socio sanitarie e scolastiche?

SIMONE: Spero di poter frequentare questi tavoli anche se non posso prometterlo perché non conosco ancora il calendario di questi incontri e anche perché sono molti gli impegni lavorativi del Teatro del Beau; tuttavia cercherò di fare del mio meglio per collegarmi maggiormente al mondo del sociale minori locale. A questo proposito volevo però lanciare un messaggio forte e preciso proprio per chiarire questo ambito rispetto al mondo della cultura in genere; occorre sapere e avere la consapevolezza di quello che si sta esprimendo al pubblico, o un lavoro tecnico e quindi artistico teatrale o un lavoro più aperto all’espressione della gente, più deicato all’ascolto delle persone e quindi sociale. Le organizzazioni culturali, artistiche che si richiamano o all’uno o all’altro aspetto devono dar prova di questi diversi indirizzi; la mia preoccupazione è che spesso la caratteristica della socialità e i termini legati al mondo educativo e dicattico in genere, siano solo utilizzati come slogan pubblicitario o per concorrere con maggor punteggio nelle gare pubbliche. Non dobbiamo rischiare di incontrare organizzazioni che dichiarano a parole delle finalità ma che nella sostanza agiscono in un altro verso; è vostro compito di giornalisti o di tecnici dell’educazione in genere o del sociale vigilare sulle offerte culturali, artistiche, sportive per definire realmente se si tratti di cultura o di commericale o di sociale veramente senza che ci sia il rischio o lo scopo di confondere le persone o gli amministratori per secondi fini. Dobbiamo essere leali con il pubblico e con le persone, non dobbiamo sporcarsi in questo senso; un prodotto artistico può avere anche finalità commerciali, può avere più finalità, può rappresentare una via di mezzo, ma non dobbiamo perdere la nostra identità che andiamo dichiarando alla gente con le parole: dai fatti dimostriamo ciò che realmente siamo. Il lavoro con i bambini ha un’importanza fondamentale per il lato formativo che si accompagna all’esperienza artistica o competitiva nel caso poi si tratti di rassegne scolastiche; molto spesso lavorando con i professori abbiamo trovato questo comune compromesso tra gara da vincere e tra esperienza da vivere qualitativamente bene, arricchendoci senza stressarci troppo. Certo, piace anche a me vincere e ne trovo molte soddisfazione, non nascondiamolo, ma nell’ambito educativo occorre dare altri messaggi, vivere un progetto comune, gustarsi il lavoro insieme, lo scambio di emozioni e lo scambio con il pubblico; una persona adulta che porta la cultura o l’arte o lo sport ma che trasmette in sé competitività, arrivismo, andrà a passare emozionalmente questo esempio prima ancora della tecnica che va a fare con i bambini; per questo occorre che ci sia una preparazione pedagogica del lavoro con i bambini qualunque esso sia. Una volta è il laboratorio teatrale all’interno delle scuole e dei centri di aggregazione un’altra cosa invece sono le scuole di teatro: questi due aspetti non vanno mischiati per fini pubblciitari o commerciali; i bambini e le persone in genere vanno rispettate innanzitutto con la verità e l’informazione reale e voi che lavorate professionalemente e a 360° in questo ambito ne siete i garanti.