Roma - Il Natale 2012 sarà senza dubbio ricordato come il peggiore degli ultimi 10 anni sul fronte dei consumi. Lo afferma il Codacons, che ha monitorato gli acquisti degli italiani fino alle ultime ore di apertura dei negozi. Tiene il settore alimentare, tant'è che gli italiani per il cenone della vigilia e il pranzo di Natale hanno speso 2,5 miliardi di euro, ovvero il 10% in più rispetto allo scorso anno. Ma niente sprechi a tavola.

 

 

Chi sperava in una impennata delle vendite grazie agli acquisti dell'ultima ora, "è rimasto deluso", spiega Codacons. Per effetto della crisi "le famiglie hanno fortemente tirato la cinghia, riducendo il numero di regali e la loro entità, e tagliando anche sulle spese per la casa, sempre più spesso riciclando gli addobbi degli scorsi anni. Tendenza inversa - aggiunge l'assocaiazione -, invece, per gli alimentari: le tavole degli italiani rimangono imbandite, a dimostrazione di come le famiglie siano disposte a ridurre i consumi su altre voci di spesa, ma restino fedeli alla tradizione del cenone e del pranzo di Natale".

 

 

Analizzando le spese degli italiani per il Natale 2012, le principali riduzioni dei consumi si sono registrate nel settore regali, con cali drastici degli acquisti fino al -20% per abbigliamento, calzature, arredamento e oggettistica per la casa. Malissimo anche i comparti viaggi, ristorazione e cultura (-15%). Le vendite possono ritenersi soddisfacenti unicamente nel settore giocattoli, informatica e hi-tech, mentre si è speso addirittura più dello scorso anno (mediamente il 5% in più) per gli alimentari.

"Il calo delle vendite di Natale è il segno evidente della crisi economica che investe il nostro paese, e di una politica economica sbagliata che finora ha preferito aumentare la pressione fiscale anziché salvaguardare le tasche delle famiglie e incentivare i consumi", commenta il presidente di Codacons Carlo Rienzi. Che aggiunge: "E' evidente come, in assenza di una inversione di tendenza, il 2013 si candidi ad essere come 'l'annus horribilis' sul fronte dei consumi".

 

 

Secondo una analisi della Coldiretti/Swg in più di una tavola su cinque (21%) non è avanzato proprio niente anche per effetto della crisi che ha spinto gli italiani a contenere gli sprechi senza rinunciare però al tradizionale cenone della vigilia e al pranzo di Natale che nove italiani su dieci hanno trascorso a casa con parenti o amici per una spesa pari a 2,5 miliardi di euro, il 10% in più rispetto allo scorso anno.

 

 

Dall'analisi emerge che comunque in un altro 54% delle famiglie italiane la quantità di cibo avanzata è comunque ridotta o modesta. "La tendenza a ridurre gli sprechi da parte degli italiani è forse l’unica notizia positiva della crisi in una situazione in cui in Italia sono aumentate del 9% le persone costrette a ricevere cibo o pasti gratuiti in mensa o nelle proprie case", ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini.

 

 

Gli italiani indigenti che hanno ricevuto pacchi alimentari o pasti gratuiti attraverso i canali no profit che distribuiscono le eccedenze alimentari hanno raggiunto, sottolinea la Coldiretti, quasi quota 3,7 milioni, il massimo dell'ultimo triennio, secondo la relazione sul 'Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2012', realizzata dall’Agea.