Ostia – Dopo l’Inps-Equitalia, è ora la volta  dell’Inail. La seconda sezione lavoro del Tribunale di Roma ha condannato l’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro a pagare tutte le spese processuali, annullando il provvedimento di variazione del rapporto assicurativo di Anffas Ostia.

“Con questa sentenza il Tribunale di Roma conferma l’ovvio e riconosce il carattere di onlus all’associazione, invalidando così il tentativo dell’Inail di inserire la nostra associazione tra quelle con finalità commerciali e turistiche”, spiega il general manager, Stefano Galloni. “Un precedente”, prosegue, “che, se male interpretatom avrebbe messo con le spalle al muro il terzo settore italiano obbligandoci ad un maxi risarcimento di quasi 70mila euro”.

Il precedente. “La onlus”, interviene l’avvocato Carmelo Deiana, che cura gli interessi dell’associazione di via del Sommergibile, “è stata correttamente inquadrata autonomamente dall’Inail nello specifico settore “attività varie” come previsto dall’art. 49 legge 88/1989, con applicazione delle relative tariffe di riferimento. Il 26 maggio del 2011, con raccomandata ricevuta cinque giorni dopo, ci è stata comunicata una variazione del rapporto assicurativo con il quale, sulla base di non meglio chiarite informazioni acquisite d’ufficio e senza fornire alcun specifica e chiara motivazione, si provvedeva alla modifica del settore di appartenenza e alle conseguenti modifiche dei dati dipendenti con decorrenza retroattiva al primo maggio 2006 e una ingiunzione di pagamento di 69.374,17 euro”.

 “Senza chiare ragioni”, sottolinea l’avvocato, “l’Anffas era stata erroneamente ricollocata dall’Inail nella tariffa gestionale del terziario, ovvero la tariffa applicabile alle attività commerciali, comprese quelle turistiche, di produzione, intermediazione e prestazione dei servizi anche finanziari, per le attività professionali e artistiche e per le relative attività ausiliarie. Mi pare chiaro che un’associazione no profit come Anffas Ostia onlus fosse del tutto incompatibile con l’inquadramento in una tariffa gestionale che si riferisce espressamente ad attività di natura commerciale, che per definizione hanno quale principale finalità il lucro in aperto contrasto con le finalità di una onlus”.

La seconda sezione lavoro del Tribunale di Roma, condannando l’ente al pagamento delle spese processuali, afferma la “insussistenza dei presupposti fattuali perché l’Inail provvedesse, in data 26.5.2011, alla variazione dei rapporto assicurativo dell’associazione ricorrente da ‘attività varie‘a ‘terziario’”. Sottolineando come fosse di competenza dell’Inail provare lo “svolgimento, da parte dell’associazione ricorrente, di attività commerciale”.

 

“Ora siamo curiosi di capire se e come l’Inail proverà, in un eventuale appello, che una onlus per persone con disabilità possa svolgere attività commerciali di carattere turistico”, aggiunge il direttore Galloni. “Questa sentenza mette fine a una richiesta risarcitoria ingiusta e all’ennesimo caso di burocratismo che avrebbe rischiato di uccidere l’intero terzo settore e Anffas ostia. Se il Tribunale non avesse annullato il provvedimento dell’Inail l’associazione avrebbe rischiato una paralisi e la conseguente dismissione di 400 utenti e 200 dipendenti per far fronte ai 70mila euro richiesti dall’Inail. Inoltre il blocco dell’emissione del Durc, a causa delle pendenze che l’Inail ci richiedeva, avrebbe portato Anffas Ostia, che lavora esclusivamente su affidamenti di natura pubblica in convenzione, a non ottenere più alcun affidamento e i soldi che ancora le spettano per le prestazioni erogate agli enti”.