Napoli - Ferninando Galiani nasce a Chieti da genitori pugliesi nel dicembre del 1728 e nuore a Napoli nell’ottobre del 1787. Studiò a Napoli grazie ad un suo zio e si mise subito in evidenza per la grande capacità di osservazione dei fatti economici che regolavano la ricchezza. Contrariamente ai suoi contemporanei propugnò la teoria che la ricchezza di un popolo, di una nazione, di un regno non è indicata unicamente dalla quantità di oro presente nei forzieri della Stato, ma ad essa si dovevano aggiungere altri fattori non propriamente economici presenti nelle dinamiche sociali oggettivamente rilevabile. Si batté per affermare che il criterio del liberalismo “ a tutti i costi” dominante nell’economia del Regno delle due Sicilie non sempre doveva essere valutato positivamente poiché il liberalismo economico doveva sposarsi con svariate condizioni sociali oggettive dell’economia  di quel dato momento storico 


Nel 1735 tradusse “Le considerazioni delle conseguenze del ribasso dell’interesse e del rialzo della valuta e della moneta” di Locke, nel 1751 scrisse il trattato “Della Moneta” – aveva solo ventuno anni -. Quest’opera sarà citata più volte da K.Marx ne: “Il Capitale”. Ebbe amicizie quali Diderot nel suo soggiorno parigino quale rappresentante diplomatico del Regno delle due Sicilie. Il suo decennio parigino è costellato da fama e da notorietà; era un’ospite fisso nei salotti più colti e aristocratici del tempo. Prima di lasciare Parigi scrisse” Dialogues sul le commerce des bleds”.


Tornato a Napoli dette sfoggio di cultura scrivendo opere teatrali, dandosi alla cartografia, scrisse un epistolario dato alle stampe postumo. Gli studiosi dell’economia affermano che Ferdinando Galiani fu il vero fondatore della scuola austriaca dell’economia. Se da. un lato fu un illuminista dall’altro ammetteva l’esistenza di una entità superiore. Attualmente è seppellito nella chiesa dell’Ascenzione di Napoli. Per rende omaggio alla sua memoria in diverse città ci sono scuola superiori a lui intitolate.