Acilia – Striscioni contro la ‘’cura Monti’’ e la riforma dell’articolo 18, ‘’che punta a ridurre i lavoratori in schiavitù’’ sono comparsi nella notte in una cinquantina di città italiane. A rivendicare la protesta Blu, Blocco lavoratori unitario, il sindacato nato in seno a CasaPound Italia, che aveva già messo a segno azioni contro i licenziamenti dell’azienda di autotrasporto trentina Arcese e della Omfesa, le Officine meccaniche ferroviarie del Salento. Nel XIII Municipio uno striscione è stato affisso in via di Saponara, nella zona industriale Acilia-Dragona di fronte ad alcune fabbriche.


’Art. 18: lavoratori licenziati, mercati deliziati’’, ‘’Art. 18: lavoratori pezzenti, mercati contenti’’, ‘’Art. 18: lavoratore disperato, mercato rassicurato’’, ‘’Art. 18: lavoratore schiavo, spread in calo’’ sono i messaggi lanciati dagli striscioni, comparsi su muri, cavalcavia e davanti alle sedi di partiti, istituzioni e sindacati (?) di città e piccoli centri dal nord al sud del paese per protestare contro una riforma che, si legge sul volantino diffuso dal sindacato, ‘’vuole avvicinare le condizioni dei lavoratori italiani a quelle dei lavoratori del terzo mondo’’.


Ma, secondo Blu, ‘’peggiorare la condizione dei lavoratori non porterà nuovi investimenti in Italia e certamente non impedirà alle imprese di delocalizzare alla ricerca di lavoratori low cost’’. ‘’Non saremo mai competitivi con i lavoratori del terzo mondo che lavorano per pochi euro, senza sicurezza, senza orari, senza tutele – spiega il volantino - finché non saremo schiavi anche noi’’. Per questo, si legge, ‘’non crediamo alla riforma del lavoro, non crediamo che rendere più facili i licenziamenti porterà sviluppo per il paese e di conseguenza più lavoro. Il lavoro in sé non è indice di benessere: la qualità del lavoro, la sicurezza sul lavoro, la giusta retribuzione per il proprio lavoro sono benessere’’.