Ostia - Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato Pendolari Roma-Ostia e Ferrovia Roma-Giardinetti in merito all'incontro avvenuto lo scorso 3 maggio in VI Commissione del Consiglio regionale del Lazio per discutere della situazione delle ferrovie ex concesse:  


"Roma lido e ferrovie regionali ex-concesse? Va tutto bene! Parola della Regione Lazio.

Se andate in stazione a prender il treno e non passa; è stato soppresso o s’ è rotto; se non ci sono ascensori o scale mobili funzionanti; se banchine e vagoni sono troppo pieni e non si può avere il distanziamento previsto dai DPCM; se rischiate d’ammalarvi di Covid-19 viaggiando perché i treni non vengono sanificati a dovere; se i lavori alle stazioni di Acilia sud e Tor di Valle sono fermi da 4 anni e nessun politico viene in piazza a dirvi di chi è la colpa; se ogni tanto un treno prende fuoco. Se...Se...Se... Se vedete tutte queste cose, beh, allora siete dei visionari! Perché non è vero! Parola di Regione Lazio.

Sulla Roma Lido e sulle ex concesse fra un po' arriverà una pioggia di milioni (500 addirittura impegnati entro quest’anno, ma eran’oltre 900 quando Zingaretti e Mauro Alessandri facevan annunci in conferenza stampa nel cantiere della stazione di p.le Flaminio a dicembre 2019): tanti, ma così tanti, che il servizio farà impallidire le metropolitane di Tokio, Londra, Parigi.

Imbarazzante incontro lunedì 3 maggio in VI Commissione del Consiglio Regionale del Lazio per discutere dello stato delle ferrovie ex concesse, con solo 2 ore di tempo e oltre 30 invitati a partecipare.

C'erano quasi tutti i soggetti a vario titolo interessati: consiglieri, l'Assessorato regionale, i sindacati (non tutti), ATAC S.p.A. , ASTRAL e COTRAL S.p.A., la Direzione Regionale Trasporti, gli Osservatori ed infine i Comitati Pendolari delle tre sciagurate linee ferroviarie regionali ex-concesse. Poco tempo per affrontare con un minimo di profondità gli argomenti. Ai Comitati Pendolari è sembrata più una passerella d’autocelebrazione, che un momento di riflessione critica e autocritica sullo stato delle cose.

S’è parlato diffusamente delle centinaia di milioni di investimenti, futuri e, in parte, futuribili, che sono diventati leggendari e vengono mostrati in ogni occasione ormai da molti anni, senza però averne speso neppure un centesimo. Tutto avverrà, in un futuro radioso, ma indefinito: ovviamente nessuno dei rappresentanti istituzionali ha preso impegni certi sulle date da rispettare.

Si è parlato dell'altro mitico problema del passaggio del ramo d'azienda da ATAC ad ASTRAL e COTRAL, che dovrebbe avvenire il 1° luglio; una data che non sarà rispettata, secondo noi, visto che si è appena iniziato a parlare delle procedure, anche a tutela dei lavoratori, che devono presiedere al passaggio di un importante ramo di azienda, e al noleggio/leasing di molti asset tecnici e dei treni dai proprietari (ATAC e Comune) alle nuove aziende regionali: il passaggio era stato già deciso, annunciato e deliberato per il 1° gennaio scorso, a COTRAL, e per il 1 luglio del 2020 ad ASTRAL.

Parole, parole, spesso in libertà. Sugli impegni la vaghezza continua a regnare sovrana. Stupisce, ma fino ad un certo punto, l'accondiscendenza di molte tra le posizioni sindacali, tese a “non disturbare il manovratore”.

Nessun accenno sulla situazione drammatica delle nostre linee, nessun accenno neppur timido alle responsabilità di chi ha governato ed amministrato fino ad oggi, mentre le ferrovie continuavano a subire un degrado progressivo ed inarrestabile. Niente. L'atteggiamento prevalente è stato quello di nascondere la polvere sotto al tappeto, come se il passato ed il presente non esistessero. Pareva di stare ad un cocktail in salotto buono, dove fra un drink e una tartina si discuteva accademicamente di ferrovie. Come sempre ci han pensato i Pendolari a rompere il clima idilliaco e dire senza mezzi termini come stanno le cose, squarciando il velo di omertà steso sulle ferrovie ex-concesse.

Sono state elencate tutte le storture e le mancanze che si sono accumulate nell’ultimo decennio di gestione della Regione proprietaria e di ATAC (Gestore del servizio e anche dell’infrastruttura) e del Comune, che dovrebbe esercitare un controllo di tipo “analogo” sulla sua controllata “in house”. E' stata denunciata la politica di annunci a profusione, ma di assoluta mancanza di fatti concreti.

I 180 milioni per la Roma Lido ed ancor più i fondi annunciati per la costruzione di tutti i treni nuovi promessi, dopo i primi 11, ai pendolari della Roma Nord e alla Lido, sono soldi del “Monòpoli”, cioè aria fritta, se non vengono spesi e si trasformano in opere. La gara per i nuovi treni si poteva fare già molti anni fa ed oggi avremmo i treni che servono, invece dal primo avviso pubblico della gara dei primi del 2018 ad oggi, siamo ancora alle carte e, se non ci saranno ostacoli, potremo metter piede sul primo treno (uno dei 5 promessi alla Lido) nel 2025. Lo stesso per le manutenzioni straordinarie dei treni in uso: la gara è stata assegnata di recente, ma devono ancora firmare il primo contratto per solo una decina di treni vecchi, tra Lido e Nord, non si sa quando ci saranno in linea tutti i vecchi treni revisionati. Per altro in passato recente sono già stati spesi bei soldi per la manutenzione degli stessi treni (gli MA200), con risultati pressoché nulli. Gli impianti di traslazione nelle stazioni sono fermi al 50% da molti mesi: alcuni da anni. I lavori alle stazioni sono fermi anch'essi da anni e non si sa se ripartiranno mai.

Chiediamo dov'è stata la Regione in questi anni? La stessa Regione, con gran parte degli stessi tecnici e dirigenti nello stesso posto dal 2013. Cos'ha prodotto oltre a inutili chiacchiere che non rassicurano nessuno e annunci che vengono regolarmente smentiti dagli eventi? Cos'hanno fatto tutti gli altri soggetti citati? Il rischio vero è che le nostre ferrovie vengano abbandonate dai viaggiatori, che preferiranno utilizzare i propri mezzi, a scapito della salute pubblica e delle loro tasche. In questo modo si affossa il Trasporto Pubblico Locale! Vogliamo fatti, non annunci. Ci opporremo allo sfascio delle ferrovie ex-concesse mobilitando i cittadini, che, ricordiamo, sono i proprietari di questo bene pubblico".