Ostia – Ci risiamo: a Ostia distribuzione ‘schizofrenica’ della posta tra ritardi, errori e mancate consegne. “Che il servizio effettuato dalle Poste Italiane non sia quello degno di un paese civile è ormai risaputo. Se a questo si aggiunge che la consegna della posta a domicilio avviene ogni dieci, quindici giorni, il danno per i cittadini è assicurato”, spiega il signor Luciano Leonio, che abita al civico 93 di viale dei Romagnoli, a Ostia.

LE ANOMALIE - “Questo almeno è quello che succede nel mio condominio dove per giorni si vedono le cassette della posta completamente vuote, poi, all’improvviso tutte le cassette prendono vita e tutte, indistintamente, nello stesso giorno sono strapiene di corrispondenza. Nella mia scala”, prosegue, “siamo dieci famiglie e spesso mi sono trovato a commentare con gli altri condomini che una situazione del genere è inaccettabile ed ingiustificabile. Chiunque abbia un briciolo di intelligenza, infatti, si rende facilmente conto che non è possibile che per giorni non arrivi niente a nessuno e poi improvvisamente tutti ricevano un mare di posta!”.

I DANNI – “Tutti noi, compreso il sottoscritto, abbiamo ricevuto dei danni da questa consegna a singhiozzo. A me, per esempio, è capitato di ricevere delle fatture (non domiciliabili) ben oltre la data di scadenza: avendole pagate in ritardo mi sono stati addebitati interessi di mora per il precedente ritardato pagamento di cui non avevo assolutamente colpa. Visto che questo si è verificato più volte nel corso degli anni, ho presentato dei reclami presso l’ufficio postale competente. In risposta ai miei reclami ho ricevuto delle scuse e delle promesse di miglioramento, ma nei fatti non ho notato alcun aumento nella frequenza delle consegne”, spiega il signor Leonio.

GLI ERRORI – Un altro episodio decisamente anomalo, riferisce ancora il signor Leonio, riguarda la consegna, “con una certa frequenza”, di “corrispondenza destinata ad altre zone di Roma” dove l’unico dato ‘comune’ negli indirizzi riguarda il numero civico, il 93, mentre per tutto il resto si tratta di quartieri lontanissimi da Ostia e dal X Municipio. “In questi casi si rasenta l’assurdo perché questa corrispondenza arrivata ad una destinazione sbagliata deve attendere per ripartire il nuovo passaggio del postino e, se questo avviene dopo dieci, quindici giorni, il destinatario la riceverà dopo mesi”, spiega, aggiungendo che “queste strane consegne avvenivano già due anni fa, nel 2014, e sembrano aggravarsi in alcuni periodi dell’anno”.

I DISAGI – “In questi giorni, il giorno 15 luglio per l’esattezza, in cui si è verificato per l’ennesima volta l’episodio di cassette postali condominiali straripanti di posta ed ho trovato una fattura emessa il giorno 11 giugno e scaduta il giorno 6 luglio, ho telefonato al numero verde delle Poste per vedere se era possibile presentare un reclamo ad un livello gerarchico superiore, ma ho scoperto che, secondo loro, il modo migliore è presentare il reclamo direttamente allo sportello dell’ufficio postale interessato e non c’è (o non me lo hanno voluto dire) un modo di arrivare ad un livello gerarchico superiore. Stando così le cose forse il modo migliore per risolvere il problema è scrivere a papa Francesco: forse lui potrà intercedere in alto perché avvenga un miracolo”, continua. “Insieme con la fattura scaduta c’erano anche due buoni sconto di un noto supermercato, stampati il giorno 20 giugno: uno dei due era già scaduto e non più utilizzabile. Poco male è vero, ma se si fosse trattato di una cartella esattoriale o di qualcosa di importante?”, conclude.