Ostia – “Confiscato più di mezzo miliardo di euro al noto imprenditore balneare Mauro Balini, colui che "concesse" al noto narcotrafficante Cleto Di Maria sia di gestire una attività commerciale sul mare di Roma, il bar "Hakuna Matata" tanto per capirci, sia di curare i servizi di sicurezza e vigilanza all'interno del porto di Roma. L'esito delle indagini non lascia spazio a dubbi di nessun tipo: Balini, come se non bastasse, si era anche fatto carico di sostenere economicamente la famiglia del pregiudicato Roberto Giordani, meglio noto come "Cappottone", durante la detenzione conseguente al tentato omicidio di Vito Triassi, commesso nel 2007, elargendo alla moglie di Giordani la somma di 5.000 euro mensili.

Inoltre, il "prenditore" Balini aveva affidato a titolo gratuito a una cooperativa riferibile, tra gli altri, a Roberto Pergola, un personaggio riconducibile al clan Spada, come accertato dall'indagine denominata Eclissi, la gestione del parcheggio interno al Porto di Roma. Non a caso l'operazione si chiama Ultima Spiaggia, non a caso riguarda un noto, notissimo, imprenditore balneare del mare di Roma.

Non c'è più spazio per negazionismi da quattro soldi o cialtronerie simili, ad Ostia la mafia c'è e va combattuta con il massimo rigore istituzionale e amministrativo, senza se, senza ma, senza forse. La ricostruzione morale ed economica del nostro territorio passa necessariamente attraverso una vera e propria "bonifica" capace di mettere fuori gioco mafie e gli interessi particolari, aspetti che troppo spesso si intersecano e che in troppi casi addirittura si sovrappongono.

C'è bisogno che soffi il vento della legalità e della moralità, c'è bisogno che dopo gli arresti e i sequestri eccellenti si proceda ad una vera e propria "decontaminazione" del mare di Roma al fine di riconsegnare ai cittadini, nella legalità e nella giustizia, uno dei litorali più belli del mondo dove per troppo tempo gli occhi sono stati colpevolmente chiusi.

Nessuno può più permettersi di affermare che ad Ostia la mafia non esiste o che non abbia interessi sul mare di Roma così come nessuno può permettersi di affermare che sul mare di Roma, tutto sommato, le regole sono rispettate. Non faremo un passo indietro nemmeno per prendere la ricorsa, il mare di Roma va liberato dalla illegalità e dagli interessi particolari che lo tengono prigioniero, lo opprimono e lo rendono terreno fertile anche per l'interesse mafioso e criminale. Liberare il mare di Roma dalle illegalità che lo caratterizzano non significa solamente sconfiggere il malaffare che in questa "zona franca" ha messo le radici, significa aprire una stagione nuova di moralità e di prospettive per tutti. Noi ci siamo, senza se e senza ma”.

Così in una nota Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio.