Ostia  – Dove inizia Italo Calvino e dove finisce Giorgio Albertazzi. E viceversa. Perché “Lezioni americane” di Calvino (ancora in scena fino a domenica 8 dicembre al Teatro Nino Manfredi) calza a pennello al maestro Albertazzi che mai come in questa performance accompagna lo spettatore lungo un sentiero del quale non si può fare a meno: quello segnato dalla cultura. Intesa, per dirla alla Calvino-Albertazzi, in maniera leggera ma, attenzione, leggerezza non è sinonimo di superficialità. Tutt’altro, nella superficialità, c’è l’ignoranza.  “Lezioni americane”, cinque conferenze che Italo Calvino avrebbe dovuto tenere, se non fosse sopraggiunta la morte prematura, al “Charles Eliot Norton Poetry Lectures” della Harvard University. Ed è attraverso la lezione sulla “leggerezza”, che Albertazzi ha modo di entrare ed uscire da capolavori della letteratura internazionale, tornando a cimentarsi ad esempio nella declamazione del quinto canto tratto dall’Inferno di Dante. E quando accenna a Shakesperare e accoglie tra le sue mani un panno nero, gli spettatori sanno cosa c’è dentro. Tenendo il classico teschio dell’”essere o non essere” ecco l’Albertazzi classico, quello che tutti hanno imparato a conoscere e che amano. E il pubblico, nell’arco delle due ore di spettacolo senza intervallo, ascolta rapito, in un silenzio “naturale” trattandosi di teatro, oggi troppo spesso “dimenticato” per far posto alla grassa risata che pure è intrattenimento. 

 
La lezione di cultura solo apparentemente “leggera” è invece viva, vorace, candida, essenziale, giocosa, melanconica, reale, pura. E così quello che tanti anni fa doveva essere un evento per la cultura italiana (Calvino sarebbe stato infatti il primo italiano a tenere quelle conferenze, preceduto negli anni dalle più grandi personalità della letteratura mondiale: T.S.Eliot, Stravinsky, Borges, Northrop Frye, Octavio Paz) è oggi ancora evento.  Le Lezioni restarono allo stato di manoscritto inedito per lungo tempo All’alba del nuovo millennio queste conferenze, con un enorme successo, hanno preso forma teatrale grazie all’interpretazione di Albertazzi. "Vorrei dedicare le mie conferenze a certi valori, a certe qualità, o certe specificità della letteratura che mi sono particolarmente care, cercando di inserirle nella prospettiva del prossimo millennio."  Così dichiarava Calvino nella sua introduzione alle conferenze sulla Leggerezza, la Rapidità, L'Esattezza, la Visibilità, la Molteplicità; cinque valori da approfondire da un punto di vista letterario certo, ma anche come elementi del nostro vivere quotidiano.  “All'alba del nuovo millennio - afferma il regista Orlando Forioso -queste conferenze, con un enorme ed imprevisto successo, presero una forma teatrale grazie all'interpretazione di uno dei più grandi attori italiani, Giorgio Albertazzi, e alla mia regia. Nota divertente e "calviniana" di quella edizione (oltre al grande successo a Parigi al Théâtre du Rond-Point per la stagione del Théâtre des Italiens, diretta da Maurizio Scaparro) fu la perplessità di un critico di un giornale del Sud che disse che dietro allo pseudonimo di Orlando Forioso si nascondeva lo stesso Albertazzi.
 
“La più riuscita è probabilmente la prima conferenza, scritta con una leggerezza conquistata grazie ad uno stile contraddittorio, ed un'esplorazione continua dei contrari ", ha dichiarato il suo amico-scrittore Pietro Citati, che lo ha seguito nelle sue ultime giornate. Lo spettacolo si concentra su questa prima conferenza, nella quale si incrociano e si fondono poesia e teatro, Calvino ed Albertazzi. Dante, Cavalcanti, Shakespeare, Lucrezio, Ovidio, Borges, Kafka, Cirano, Leopardi, sono stati da sempre gli autori con i quali ha convissuto Giorgio Albertazzi, e ci è parso naturale accostare alla conferenza calviniana il percorso parallelo di un artista innamorato della poesia e della scrittura. Un percorso che viene da lontano, e spesso con Albertazzi, Forioso ha evocato la preistoria della televisione italiana quando, in "Appuntamento con la novella", le sue mani aprivano e chiudevano il Libro. Oggi il libro/i libri di Calvino diventano teatro, in un labirinto di richiami, in un continuo dialogo tra letteratura, teatro, video e musica, facendo della stanza del Conferenziere l'antro dove si viviseziona la scrittura e dove se ne cercano i segreti; dove la Leggerezza è per lo scrittore l'oggetto irraggiungibile di una ricerca senza fine, data "l'insostenibile pesantezza dell'essere".  Perfetta sulla scena l’”allieva” Sefania Masala, ormai fedele allieva di Albertazzi. Puntuale il supporto musicale al violoncello da parte di Anca Pavel. “Lezioni americane” di Italo CALVINO con Giorgio ALBERTAZZI, regia, Orlando FORIOSO con Stefania MASALA e Anca PAVEL al violoncello. In scena dal 27 novembre all’8 dicembre, dal martedì al sabato alle 2, domeniche e mercoledì 4 dicembre alle 17.30, sabato 7 dicembre h 17.30 e ore 21. Ticket:  Int. platea € 27, ridotto platea. € 24, intero galleria € 25, ridotto galleria € 22, Special € 14 (inclusa prev.). TEATRO NINO MANFREDI, Via dei Pallottini, 10 - Ostia Lido – Roma Info: 06/56324849, www.teatroninomanfredi.it, info@teatroninomanfredi.it